Trump è arrivato a New York, città blindata: oggi udienza in tribunale per il caso della pornostar Stormy Daniels

Nella sua Trump Tower, sulla Fifth Avenue a New York, trascorrerà la notte prima dell'udienza

Lunedì 3 Aprile 2023
Trump è arrivato a New York, città blindata: martedì udienza in tribunale per il caso Stormy Daniels

Oggi è il lungo giorno di Donald Trump. L'ex presidente americano è arrivato lunedì alla sua Trump Tower sulla Fifth Avenue a New York, dove ha trascorso la notte prima dell'udienza in cui gli verranno formalizzate le accuse legate alla vicenda della pornostar Stormy Daniels.

La zona è blindata dalla polizia e sorvolata da un paio di elicotteri. Nessun fan dell'ex presidente, solo curiosi e giornalisti.

Joe Biden non si è detto preoccupato dei possibili disordini in vista dell'udienza: «Ho fiducia nel sistema legale e nella polizia di New York», ha detto il presidente Usa, che si trova in Minnesota. Intanto è attesa la decisione del giudice ad interim della Corte suprema di New York, Juan Merchan, che farà conoscere entro la serata la decisione se ammettere o meno le telecamere all'udienza per l'incriminazione di Trump. I legali dell'ex presidente hanno chiesto di evitare l'accesso, per evitare che l'udienza si trasformi «in un circo».

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New York blindata per l'arrivo di Donald Trump

Donald Trump, infatti, che voleva trasformare il suo arresto in uno show, non vuole le telecamere in aula quando martedì dovrà affrontare al tribunale di Manhattan la storica udienza in cui verrà incriminato per il caso della pornostar, primo ex presidente americano a finire sotto inchiesta penale. «Creerebbero un'atmosfera da circo, porrebbero problemi di sicurezza e sarebbe in contraddizione con la presunzione di innocenza del presidente Trump», hanno spiegato i suoi legali. Per la procura nulla osta ma la decisione spetta al giudice, dopo le pressanti richieste dei media americani, che in nome dell'interesse pubblico sollecitano anche la divulgazione delle accuse. Il tycoon intanto ha lasciato il suo fortino di Mar-a-Lago ed è volato in una New York blindata e in stato di allarme. Dopo aver annunciato la sua partenza sul social Truth, Trump ha raggiunto l'aeroporto di Palm Beach con un corteo di Suv del Secret Service, salutato lungo la strada da decine di fan, ed è salito a bordo del suo "Trump Force One" per atterrare all'aeroporto LaGuardia. Tappa poi nella sua penthouse alla Trump Tower sulla Fifth Avenue, transennata e presidiata dalla polizia.

Un ritorno amaro nella città dove ha costruito le sue fortune e lanciato con successo la campagna presidenziale del 2016 scendendo dalla scala mobile dorata della sua torre, ma che da tempo gli ha girato le spalle. La Grande Mela vive ore di tensione per il timore di proteste violente o di scontri tra i fan del tycoon e i suoi oppositori. Per questo sono state state prese misure di sicurezza eccezionali, con 35 mila agenti in divisa a pattugliare la città, l'Fbi mobilitato, barricate e strade chiuse intorno al tribunale e alla Trump Tower. Anche la Casa Bianca sta «seguendo da vicino» la situazione ed è «in contatto con le autorità locali e statali nel caso ci sia bisogno», ma non ha indicazioni di «credibili minacce specifiche». Stessa assicurazione dal sindaco di New York Eric Adams e dai vertici della polizia cittadina, che però hanno avvisato: «Non sarà tollerato alcun atto di violenza, chiunque violi la legge sarà arrestato». Per ora non ci sono stati episodi da segnalare, forse anche per gli inviti alla calma degli alleati dell'ex presidente.

Ma martedì a mezzogiorno, due ore prima dell'udienza, il club dei giovani repubblicani di New York ha organizzato un "Rally for Trump" al quale parteciperà anche la deputata cospirazionista Marjorie Taylor Greene, una pretoriana del tycoon. Anche lei è stata messa in guardia da Adams. L'appuntamento è al Collect Pond Park, il piccolo parco di fronte al tribunale. Trump invece ha dato appuntamento al suo popolo a Mar-a-Lago in serata (nella notte italiana), quando terrà un discorso che darà la linea alla sua campagna sull'incriminazione. Sempre che il giudice - chiamato a decidere anche sull'accesso delle tv in aula e sulla divulgazione delle accuse - non gli imponga un "gag order", ossia il divieto di parlarne in pubblico. Prima però The Donald dovrà sottoporsi all'imbarazzante rito della foto segnaletica (che secondo molti potrebbe usare come iconico poster elettorale) e della rilevazione delle impronte digitali, vedersi formalizzare le accuse per i soldi in nero all'attrice hard Stormy Daniels e dichiarare la sua innocenza. Con ogni probabilità gli verranno risparmiate le manette, come prevedono i suoi due difensori, Joe Tacopina e Susan Necheles, cui ora si è aggiunto anche Todd Blanche, un ex procuratore di Manhattan.

Il tycoon pensa che la «persecuzione politico-giudiziaria» di un procuratore democratico e di un giudice che ha già condannato l'ex capo finanziario della Trump Organization gioverà alla sua campagna, costringendo il partito a fare quadrato: ha già raccolto oltre 5 milioni di dollari dopo l'incriminazione ed è già salito nei sondaggi. Secondo una rilevazione della Cnn, inoltre, il 79% dei repubblicani disapprova l'incriminazione, un dato che lo proietta verso la nomination. Ma le elezioni generali sono un'altra cosa e dovrà fare i conti col 60% di americani che approvano la sua imputazione (il 94% dei dem e il 62% degli indipendenti), mentre Joe Biden sembra volersi prendere più tempo per vedere cosa succede prima di annunciare la sua candidatura (in luglio o in autunno, secondo Axios). In ogni caso Trump è convinto che la linea dell'attacco frontale ai giudici paghi, anche se è stato costretto dai suoi consiglieri a cancellare su Truth una foto che lo ritraeva ingrugnito con una mazza da baseball accanto al suo inquisitore Alvin Bragg.

 

Ultimo aggiornamento: 4 Aprile, 06:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA