Terremoto Turchia, italiani salvano 2 persone ma sono costretti a scegliere chi aiutare

Il gruppo italiano del team Urban search and rescue, composto da cinquanta persone tra vigili del fuoco e personale del 118 partite lunedì, si trova in Turchia da poco più di un giorno

Mercoledì 8 Febbraio 2023
Terremoto Turchia, italiani salvano 2 persone ma sono costretti a scegliere chi aiutare

Al lavoro scavando con strumenti tecnici ma anche a mani nude, mentre a tratti le scosse di assestamento smuovono le macerie, rischiando di far sprofondare anche chi è impegnato nelle ricerche.

Tra le rovine c'è chi si getta in ginocchio davanti ai socorritori implorando di salvare il figlio, la moglie o il marito. Ma loro, i soccorritori, devono fare una scelta e concentrarsi solo su quei pochi segnali che arrivano, le voci di chi è sepolto vivo e il latrato dei cani che fiutano qualcosa.

L'Armenia manda squadre di soccorsi specializzati in Turchia, umanità e solidarietà prevalgono sulle tensioni e conflitti

Terremoto in Turchia, i soccorsi

Il gruppo italiano del team Urban search and rescue, composto da cinquanta persone tra vigili del fuoco e personale del 118 partite lunedì, si trova in Turchia da poco più di un giorno e sembra di esserci già da un'eternità: finora ad Antiochia - a sud del Paese - sono riusciti ad estrarre vivi due giovani che si trovavano sotto i resti dei palazzi crollati. Per estrarre il primo dei due, un 23enne, ci sono volute nove ore, perché era sotto tre solai che avevano ceduto con una gamba incastrata sotto un termosifone. Non c'è stato invece nulla da fare per una bambina: i vigili del fuoco hanno estratto il corpo privo di vita e lo hanno consegnato alle autorità turche. A poca distanza, nella vicina città di Hatay, c'è un altro gruppo di italiani che sta cercando di mettere in salvo due persone: «sotto le macerie di due diversi palazzi abbiamo recepito le voci di due persone che sono state in grado di rispondere, un ragazzo di 16 anni che si trova in un sottoscala ed una donna di 65 anni all'interno di una abitazione.

 

Adesso il nostro team è al lavoro per cercare di estrarli dalle macerie. Al momento abbiamo sentito la loro voce», spiega l'infermiere Samuele Pacchi partito anche lui con gli Usar della Toscana, che ammette: «siamo costretti a scegliere chi salvare sulla base di dati oggettivi. Sono scene disperate, le persone si inginocchiano, piangono e ci implorano di intervenire. Diventa davvero difficile dire di no, ma purtroppo - afferma - siamo costretti a dover fare una scelta e dobbiamo per forza concentrarci di più sui dati oggettivi, come le voci che provengono dalle macerie oppure se uno dei nostri cani dei vigili del fuoco sente una scia». A tentare di spiegare il caos in cui è piombato il Paese da oltre 48 ore è anche Cristiana Lupini, team leader della squadra Usar del Lazio: «stiamo lavorando su un palazzo di sette piani, che crollando si è ridotto a soli quattro metri di altezza di macerie. E in ogni palazzo crollato ci dicono che ci sono famiglie, soprattutto bambini». La macchina dei soccorsi è solo all'inizio, anche perché bisognerà curare e gestire diverse migliaia di sfollati. Ai primi team 'Urban search and rescuè se ne aggiungeranno altri, come quello in arrivo del Veneto, e nelle prossime ore la nave San Marco della Marina militare partirà da Brindisi per portare l'ospedale da campo 'Emt2', messo a disposizione dalla Regione Piemonte per la Protezione civile.

L'operazione si avvarrà del supporto di un'equipe specializzata di medici e infermieri del reparto di Maxiemergenza della Regione. Due anni fa il team era già intervenuto in India, precedentemente in Mozambico e in diversi altri scenari di crisi internazionali. Intanto a fare la spola per gli aiuti ci sono i C-130 dell'Aeronautica militare: «le prime ore sono quelle più importanti per far affluire sul posto squadre specializzate, mezzi e materiali essenziali per far fronte alle prime urgenze», spiega un pilota della 46esima Brigata aerea, a capo dell'equipaggio atterrato nella base turca di Incirlik con a bordo i primi aiuti e le prime squadre provenienti dall'Italia. In campo c'è anche il mondo dell'associazionismo: una squadra composta da sette volontari del Centro sportivo educativo nazionale cinofilia da soccorso con cinque cani da ricerca al seguito, è partita da Fiumicino con un volo di linea per Istanbul, con l'obiettivo di raggiungere Adana, mentre l'agenzia di soccorso internazionale dell'Ordine di Malta ha inviato un team a Gaziantep.

© RIPRODUZIONE RISERVATA