Sempre più alto l'allarme scatenato dalla guerra civile in Sudan, che ad oggi ha provocato centinaia di morti e un esodo di massa verso Ciad e Sud Sudan. L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha lanciato un allarme in seguito all'occupazione del National Public Health Laboratory di Khartoum, da parte di alcune milizie armate: si tratta di un importante centro di ricerca statale dove vengono analizzati campioni di batteri che causano malattie come morbillo, colera e poliomelite.
Non è chiaro a quale fazione belligerante appartengano gli occupanti, ma questo poco importa: secondo l'Oms, in ogni caso, l'occupazione del laboratorio costituisce «un enorme rischio biologico» e «una situazione estremamente pericolosa», per via dell'impossibilità dei tecnici di mettere in sicurezza tutto il materiale biologico conservato al suo interno.
Questo il quadro descritto dal rappresentante dell'Oms in Sudan, Nima Saeed Abid, durante un briefing con la stampa collegata in videoconferenza da Ginevra. Si teme, dunque, che una possibile fuoriuscita di agenti patogeni dal laboratorio di Khartoum possa scatenare un epidemia, aggravando non poco la situazione già disperata del Paese.
I numeri dell'emergenza
Il conflitto scoppiato in Sudan vede contrapposti l'esercito nazionale, comandato dal presidente Abdel al-Burhan, e i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf, Rapid Support Forces) agli ordini del vicepresidente Mohamed Hamdan Dagalo. I due militari erano stati gli artefici del colpo di stato che nell'ottobre 2021 aveva rovesciato il governo di transizione del primo ministro Abdalla Hamdok.
Secondo l'Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr), fino a 270mila profughi potrebbero fuggire verso il Ciad e il Sud Sudan, dopo un "cessate il fuoco" di 72 ore stabilito grazie alla mediazione degli Stati Uniti, per facilitare i servizi umanitari e per celebrare la fine del Ramadan. Finora, in base alle stime del Ministero della Sanità sudanese, i combattimenti hanno provocato almeno 600 morti e 3500 feriti.
Il salvataggio degli italiani bloccati in Sudan
L'Italia ha completato la missione di salvataggio dei connazionali intrappolati a Khartoum. «96 persone riportate a casa, su due distinti voli partiti da Gibuti, 83 sono italiani e 13 i cittadini stranieri. Tutti i civili italiani sono stati tratti in salvo in un operazione di evacuazione difficile e piena di rischi, grazie ancora una volta alle nostre Forze Armate alla loro professionalità e al senso del sacrificio sempre al servizio dell’Italia e degli Italian», ha dichiarato il sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago. Ad accoglierli all'aeroporto di Ciampino, è arrivato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
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