Sparatoria in California, 10 morti e 12 feriti. Il killer si è suicidato in un furgone

La sparatoria è avvenuta a Monterey Park, nell'area di Los Angeles, alle 22 ora locale (le 7 italiane)

Domenica 22 Gennaio 2023 di Anna Guaita
Sparatoria in California durante il Capodanno cinese: almeno 10 morti e 16 feriti

Centomila persone erano accorse a Monterey Park per celebrare il Capodanno cinese. La cittadina vicina a Los Angeles è popolata soprattutto da asiatici e per la prima volta dall’inizio della pandemia erano previsti grandi festeggiamenti.

Una giornata di gioia, di allegria, protetta massicciamente dalla polizia. Tutto è filato liscio, e le forze dell’ordine stavano rientrando nelle rispettive sedi, quando alle 10 e 22 al numero delle emergenze, il 911, arriva un fuoco di fila di chiamate terrorizzate. Un uomo armato è entrato in una sala da ballo, lo Star Dance Studio, a Monterey Park, sta sparando, sta mietendo vittime. La stazione della polizia è vicinissima al locale. Quasi immediatamente arrivano le squadre di pronto intervento, seguite dai vigili del fuoco e dalle ambulanze. Ci sono persone ferite, sanguinanti sul marciapiede, altre che erano scappate e si erano rifugiate nei negozi vicini escono fuori a spiegare alla polizia che là dentro «c’è l’inferno».

Sparatoria in California, morti e feriti a Monterey Park

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Non sono passati neanche due minuti dal loro arrivo sul posto, che già le teste di cuoio si fanno strada nel locale. Dietro di loro vengono i vigili del fuoco, addestrati al pronto soccorso sul campo. È davvero un inferno. Almeno dieci persone sono senza vita, cinque uomini e cinque donne, altre dieci sono ferite, alcune gravemente. Ma dello sparatore non c’è traccia. I feriti vengono trasportati in ospedale in elicottero. Tutti i poliziotti e i medici della zona sono richiamati in servizio. C’è da salvare i feriti gravi, battere la zona a tappeto, interrogare decine di testimoni, assistere i parenti delle vittime.

Appena 17 minuti dopo quelle prime telefonate, altre chiamate arrivano al 911, questa volta per denunciare che un uomo armato voleva entrare in un’altra sala da ballo ad Alhambra, a soli tre chilometri da Monterey Park. Ma lì i presenti erano riusciti a disarmarlo. Più tardi la polizia della contea di Los Angeles confermerà che il killer di Monterey Park è lo stesso che venti minuti dopo aveva fatto irruzione nell’altro locale dove era stato bloccato. All’inizio si ha la sensazione che si stia assistendo a una serie di crimini di odio razziale. Monterey Park è noto nel Paese per essere diventata la prima cittadina americana a maggioranza asiatica sin dagli anni Novanta. Ma la descrizione dello sparatore stupisce: «Un uomo asiatico di età fra i 30 e i 50 anni» spiega lo sceriffo Robert Luna, che poco dopo ne rilascia una foto scattata da una videocamere di sorveglianza. La polizia chiede aiuto al pubblico, chiede di collaborare a localizzare lo sparatore.

 

IL VEICOLO

Intanto, in una cittadina vicina, viene fermato un furgone bianco, che si sospetta sia il veicolo usato dal killer per fuggire. Il veicolo viene circondato da auto della polizia, ma nessuno ne esce. Sul posto viene convocato il reparto degli artificieri, nel timore che nel furgone ci siano bombe pronte a esplodere. Secondo la Cnn c’è il sospetto che all’interno il killer si sia tolto la vita. In effetti, viene trovato il cadavere: un uomo riverso sul volante. Nelle ore del pomeriggio prende piede anche l’ipotesi che l’attacco sia conseguenza di una disputa familiare, e il capo della polizia, Scott Wiese spiega: «Abbiamo cominciato un’indagine molto vasta, che potrebbe richiedere giorni, se non mesi. Tutto è sul tavolo, stiamo studiando ogni possibilità». C’è una traccia importante però, della quale preferisce non parlare troppo, per non rivelare le proprie carte allo sparatore, ed è l’arma che gli astanti hanno strappato all’uomo che aveva tentato di entrare nell’altra sala da ballo, ad Alhambra: «È una possibile traccia» annuncia laconico Wiese. Intanto, gli eventi del Capodanno cinese sono stati cancellati. La deputata sino-americana Judy Chu appare profondamente addolorata: «Una cosa così terribile accade proprio in un momento di celebrazione della nostra comunità, un momento da passare con la famiglia, da festeggiare. E invece siamo lasciati tutti con questo buco nel cuore».

IL DOLORE

La polizia e l’Fbi hanno informato sia il presidente Biden che la vicepresidente Kamala Harris che prima di diventare senatrice era stata ministro della Giustizia in California: «Il governo federale darà tutto il sostegno necessario per risolvere questo crimine, siamo vicini alla popolazione così gravemente colpita» ha reagito Kamala. Ma per Biden, che si batte da anni per togliere dalla circolazione le armi a ripetizione, come quella usata dal killer di Monterey Park, questa non può essere vista che come un’ennesima sconfitta.
 

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Ultimo aggiornamento: 24 Gennaio, 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA