Sottomarini nucleari russi nel Mediterraneo, l'ammiraglio Lertora: «Sono presenza costante. Odessa? Pronto sbarco anfibio»

Una guerra quella in Ucraina che ha anche ripercussioni sul mare

Domenica 20 Marzo 2022 di Ebe Pierini
Sottomarini nucleari russi nel Mediterraneo? Non sono una novità, l ammiraglio Lertora: «Una costante»

Un sottomarino nucleare russo, classe Akula, starebbe navigando nel Mediterraneo.

Nei nostri abissi si muoverebbe silenzioso lo “Squalo” russo mentre dal 16 al 18 marzo si è svolta un’esercitazione congiunta tra le portaerei Truman, Cavour e De Gaulle. Una guerra quella in Ucraina che ha anche ripercussioni sul mare. L’ammiraglio Giuseppe Lertora, che è stato Comandante in Capo della squadra navale italiana, analizza la situazione attuale.

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Ammiraglio la notizia della possibile presenza di un sommergibile nucleare russo nelle acque del Mediterraneo deve destare preoccupazione?

La presenza di sommergibili nucleari nel Mediterraneo non è certo una novità, anzi è una costante. Durante la Guerra Fredda i sommergibili nucleari russi erano spesso ormeggiati in Tunisia, ad Hammamet e a Tartous in Siria. Svolgevano grande attività in navigazione e immersione nel Mediterraneo e avevano necessità di un periodo di sosta per manutenzione. I sommergibili nucleari oggi posseggono autonomia e capacità belliche notevolissime. Possono lanciare missili cruise o a lunga gittata, nucleari e non. Hanno capacità di colpire qualunque oggetto o sito sensibile, in special modo quelli militari. Questa presenza può far parte della strategia militare russa: da un lato monitorare ed ombreggiare le attività del Gruppo Portaerei NATO, dall’altro lanciare dei segnali di dissuasione. Comunque anche la portaerei americana Truman, come minimo, ha un sommergibile nucleare che la protegge con funzioni antinave e antisommergibile. Da sempre i sommergibili nucleari accompagnano le portaerei in quanto possono sviluppare capacità belliche notevoli e hanno una velocità in immersione che consente di muoversi in sincrono con la nave sovrastante. L’Italia attualmente non possiede però questa tipologia di sommergibili anche se gli attuali U212 hanno notevoli capacità operative. Russi ed americani hanno una presenza nel Mediterraneo che consente di fare sorveglianza marittima ma anche protezione dei loro assetti militari. È ovvio che la presenza di sommergibili nucleari qualche forma di deterrenza la ha.

Dal punto di vista navale e marittimo quali sono gli obbiettivi della Russia?

Il naviglio russo ha perso parecchio della sua combat readiness vale a dire prontezza al combattimento. Negli anni non c’è stata un’evoluzione marcata come nelle altre marine occidentali ma, nel confronto tra Marina russa ed ucraina, è ovvio che sono i russi a farla da padrone. La Russia ha schierato dalle 14 alle 16 navi di fronte alla Crimea, tra Sebastopoli ed Odessa. Tra queste ben 4 sono navi anfibie da sbarco. Il tutto ritengo sia stato pianificato per le condizioni ambientali, per i fondali e la costa che consentono agevolmente uno sbarco anfibio con fanti di Marina. La presa di Odessa e del litorale adiacente sicuramente fa parte di un ipotesi abbastanza logica di uno sbarco anfibio. Probabilmente i russi vogliono prendere la città con una mossa a tenaglia: da nord con le forze di terra e da sud con quelle anfibie. Questa ipotesi giustificherebbe la presenza del consistente gruppo navale e la tipologia di navi militari presenti. I bassi fondali lo consentirebbero e non troverebbero resistenza se non per qualche minamento limitato.

 

Quali sono le condizioni della Marina ucraina?

La Marina militare ucraina è messa malissimo. Non c’è paragone con quella russa. Non ci può essere sfida tra le due parti. L’Ucraina possedeva un’unica nave militare, la fregata Hetman Sahaidachny che è stata affondata subito dopo lo scoppio del conflitto non si capisce bene se da parte dei russi o da parte dello stesso equipaggio ucraino per evitare la cattura da parte del nemico. Anche durante la seconda guerra mondiale diversi battelli e navi furono autoaffondati per preservare i sistemi dagli avversari.

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Perché per la Russia è così importante conquistare le coste ucraine?

Putin per inviare le navi nel Mar Baltico deve farle navigare per 15 – 20 giorni toccando le coste della Gran Bretagna, della Francia, passando per Gibilterra fino ad arrivare nei porti del Mar Nero e di Azov passando per lo stretto dei Dardanelli. Possedere quello sbocco nel Mediterraneo è una necessità geostrategica per la Marina russa. Lo è per Putin come lo era per i suoi predecessori. In Siria la Russia è riuscita a ritagliarsi, da tempo, un cantiere a Tartus. Il Mediterraneo viene considerato dal punto di vista strategico e geopolitico fondamentale. Oggi ormai il mare di Azov è diventato russo. Se conquistasse anche Odessa la Russia avrebbe completato l’occupazione della intera costa ucraina. Di fatto hanno impedito agli ucraini di utilizzare lo strumento navale. Ci sono circa 200 navi mercantili alla fonda davanti alla zona che va da Odessa a Mariupol con carichi di ​ grano, mais, carbone e non possono sbarcare. L’economia ucraina è strangolata dalla mancanza di porti e di accessi. Pensiamo al fatto che l’Ucraina è il granaio d’Europa e rischia di non poter trasferire i suoi prodotti. Dal punto di vista geostrategico la Russia aspira ad avere così un domani uno sbocco al mare esclusivo e totale.

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Recentemente si è svolta nel Mediterraneo una esercitazione congiunta tra le Stati Uniti, Italia e Francia che ha visto impiegate le portaerei Truman, Cavour, De Gaulle. Si tratta di un’attività dettata dalla crisi attualmente in corso?

L’esercitazione ‘’Neptune Strike’’ che ha visto coinvolte le portaerei Truman, Cavour e De Gaulle nel Mediterraneo era sicuramente stata pianificata da tempo ma è stata di sicuro anche un’occasione per mandare dei segnali della capacità operativa americana ed europea espressa dall’Italia e dalle Francia con Cavour e De Gaulle, ammodernata di recente. Si tratta di un dispositivo aeronavale di grande rilievo, con oltre 100 aerei di vario tipo e capacità di proiezione di forze davvero notevole, tipica delle unità Portaerei. Sono questi gli unici due Paesi in ambito europeo a possedere portaerei di un determinato tipo, oltre la Spagna che tuttavia non era presente. Può essere anche questo un segnale importante e dissuasivo nei confronti dei russi. C’è più bisogno di segnali che di scontri diretti. Credo molto nella naval diplomacy, la diplomazia navale attraverso la quale si lanciano dei messaggi di unità e capacità di proiezione di forza per evitare scontri diretti e portare le diverse fazioni a ragionevoli mediazioni.

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Mosca ha minacciato l’Italia annunciando conseguenze irreversibili nel caso di nuove sanzioni da parte del nostro Paese ed ha accusato il Ministro della Difesa Guerini di essere un falco anti – Putin. Cosa ne pensa? Dobbiamo preoccuparci realmente?

Sebbene siano condannabili ed esecrabili ritengo che le minacce nei confronti dell’Italia rientrino nell’ambito delle più generali attività di ‘’psyco infowar’’, guerra psicologica, usate in un contesto di tensione per fare ‘’impressione’’ o intimorire l’opinione pubblica, sia quella russa che quella avversaria. Fatte artatamente da ‘’sottopanza’’ anche per indebolire l’unità delle forze e dei supporti della parte avversaria: non credo che Putin si spingerebbe mai a metterle concretamente in atto. Non darei a tutto ciò molta importanza, se non manifestare la massima vicinanza a chi è colpito da tali invettive propagandistiche. Forse vogliono solo che l’Italia smetta di inviare o rallenti l’invio di aiuti militari all’Ucraina, ovvero non aderisca più alle sanzioni, mentre credo che si sortisca l’effetto contrario. Comunque assolutamente non dobbiamo andare nel panico per sciocchezze del genere. ​

Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA