Soldato ucraino combatte contro il padre filo-russo (e lo prende in giro): «Pensavo fossi più intelligente»

«Se me lo trovassi davanti? Non credo che potrei sparargli e la stessa cosa lui a me. Chi potrebbe mai sparare al proprio papà?»

Lunedì 17 Ottobre 2022 di Marco Prestisimone
Soldato ucraino combatte contro il padre filo-russo (e lo prende in giro): «Pensavo fosse più intelligente»

«Se me lo trovassi davanti? Non credo che potrei sparargli e la stessa cosa lui a me. Chi potrebbe mai sparare al proprio papà?». La voce è quella di Artur, 27 anni, soldato volontario che si è arruolato immediatamente con le forze di Kiev il giorno dell'invasione della Russia dello scorso febbraio. Dall'altra parte il nemico stavolta ha il volto familiare di suo padre Oleg, colonnello delle forze separatiste filo-russe nell'Ucraina orientale. La storia raccontata dal Guardian nasce proprio il 24 febbraio, quando i primi missili di Mosca hanno colpito il loro Paese.

Artur, come milioni di ucraini, ha preso il telefono e contattato il padre, che però lo ha esortato a non unirsi all'esercito di Kiev. «La capitale cadrà immediatamente», gli ha risposto il papà. Artur però quel consiglio non l'ha seguito e si è arruolato prima come volontario e poi nell'esercito regolare ucraino, prendendo parte di recente anche alla controffensiva nel nord e nell'est del Paese. In questi mesi è rimasto in contatto con il padre attraverso dei messaggi sul telefono: 

«Siamo letteralmente ai lati opposti della prima linea. Ma solo uno di noi sta combattendo per la giusta causa», ha detto Artur in una videochiamata al Guardian dall'oblast di Transcarpazia, la regione più occidentale dell'Ucraina, dove si stava riprendendo dopo mesi di combattimenti. Sono tante le storie di divisione familiare dopo lo scoppio della guerra, ma poche raccontano in modo così drammatico le crisi che a volte avvengono sotto lo stesso tetto. E questo è il primo racconto di un soldato ucraino il cui padre combatte tra le forze russe. 

Artur e Oleg, la storia di un padre contro il figlio

Artur è nato in una famiglia di militari a Boryspil, una città vicino a Kiev. Suo padre, Oleg, proveniva dalla regione dell'Ucraina orientale di Donetsk e ha prestato servizio per un decennio nell'esercito ucraino fino al 2011. Dopo aver divorziato dalla madre di Artur, Oleg si è trasferito in Russia in cerca di lavoro. E così si è unito alle forze separatiste filo-russe di Donetsk nel 2016, due anni dopo che Mosca aveva annesso la Crimea e Putin aveva inviato le sue forze per sostenere i separatisti nell'Ucraina orientale. «Sono rimasto scioccato quando mi ha detto che si sarebbe unito alla milizia di Donetsk - ha ricordato Artur - Per me, come per molti ucraini, questa guerra è iniziata nel 2014 e questo significava che si è unito al nemico. La propaganda di Putin si è impossessata di lui. Pensavo che non avrebbe ceduto, che sarebbe stato più intelligente di così. Ma mi sbagliavo».

 

I messaggi durante la guerra

All'inizio di marzo, dopo che la maggior parte delle truppe russe era stata respinta da Kiev, Artur ha inviato un breve videomessaggio a suo padre, prendendolo in giro per il suo precedente avvertimento sulla caduta della capitale. «Sto andando in giro ma non riesco a vedere un solo russo. Sembrano essere scomparsi. Potete per favore spiegarmi? Non capisco dove siano?», ha detto nel video.

Oleg ha risposto che le sorti della Russia sarebbero presto cambiate, esortando ancora una volta suo figlio a lasciare le armi. «Cosa farei se avessi mio padre davanti in un campo di battaglia? Non credo che potrei sparargli o che lui possa sparare a me. Chi potrebbe uccidere suo padre?» ha detto, aggiungendo che, per ora, è improbabile che la triste prospettiva si concretizzi poiché suo padre era di stanza in una base militare a Donetsk. In un recente messaggio ad Artur, suo padre ha detto: «Sei ancora mio figlio. Voglio il meglio per te. Perché tu sia felice e in salute».

Ultimo aggiornamento: 14:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA