Trump, lo sciamano Jake deluso per non aver ottenuto la grazia: «Mi ha tradito, ora parlo io»

Domenica 31 Gennaio 2021 di Flavio Pompetti
Lo sciamano contro Trump: «Mi ha tradito, ora parlo io»

Fino a qualche settimana fa era un illustre sconosciuto, doppiatore e comparsa di cinema a tempo perso, con un'intensa attività nell'area grigia del web dove fermentano le teorie cospirazioniste più creative e fantastiche. L'assalto al Campidoglio lo ha imposto all'attenzione dei media di tutto il mondo, con la forza delle corna da bisonte che quel giorno decoravano la sua testa, la bandiera tricolore dipinta sul volto, e i simboli nazisti tatuati sul torso nudo. Oggi Jacob Chansley, lo sciamano di QAnon, o Jake Angeli, come si fa chiamare all'interno del movimento, rischia di diventare parte centrale del dibattito al senato sull'impeachment di Donald Trump.
L'avvocato di St.

Louis che lo difende dall'accusa di aver violato l'ingresso del palazzo del parlamento di Washington ritiene che la testimonianza del suo assistito sia un elemento cruciale per chiarire cosa ha attirato la folla dei dimostranti all'interno del palazzo del congresso degli Stati Uniti. La festa mediatica è durata un paio di giorni dopo l'assalto, il tempo di farsi fotografare nelle strade della capitale, reclamare improbabili connessioni ancestrali alla comunità dei nativi americani, mettere avanti le mani con l'idea che era stato Trump con i suoi proclami a convincerlo a partecipare alla manifestazione del 6 gennaio.

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IL GIUDICE
Al ritorno nella nativa Phoenix lo sciamano si è consegnato volontariamente alle forze dell'ordine che avevano un mandato di arresto: «In fondo non è toccato anche a Gesù Cristo di farsi arrestare?», ha detto di nuovo ai giornalisti, prima di paragonarsi al Mahatma Gandhi. Il giudice gli ha contestato sei capi di imputazione e ha rigettato la richiesta di liberarlo su cauzione, con una cavigliera elettronica che ne segnalasse i movimenti. Chansley ha protestato, poi si è lamentato che in carcere non gli veniva offerta cibo adeguato, e ha ottenuto uno speciale menù biologico che si adatta alla sua identità di sciamano. Nel frattempo l'avvocato Albert Watkins che lo rappresenta ha invocato un atto di clemenza da parte di Donald Trump: «Il mio assistito ha risposto all'invito di andare a Washington a manifestare contro la frode delle elezioni, e le parole di un presidente avranno pure un valore!». Trump non ha concesso il perdono, e nel frattempo il prigioniero è stato trasferito da Phoenix a Washington, su richiesta del giudice che ha in mano l'intero fascicolo della tentata rivolta. Watkins ora chiede la ribalta del senato e vuole che Chansley sia chiamato a testimoniare la responsabilità che lega l'ex presidente alla rivolta. Con o senza le corna, l'apparizione in aula di un soggetto che ha scritto sui social di sapere che dietro le immagini e le parole che appaiono in televisione, ci sono messaggi in ultrasuoni con i quali l'establishment si assicura l'obbedienza e il controllo degli spettatori, non è una associazione piacevole.


LA DISTRAZIONE
Il senatore Lindsay Graham, a turno grande accusatore e poi migliore amico di Donald Trump, ha implorato venerdì di «risparmiare al paese la scena di un'udienza trasformata in un circo». Watkins giura che al momento non ha avuto nessun contatto con i senatori democratici che hanno messo Trump alla sbarra, ma preme per aprirne uno. Joe Biden ha già fatto sapere che ritiene il processo una distrazione rispetto alle tante emergenze che si trova ad affrontare. Non ne ostacolerà lo svolgimento, ma si augura che finisca presto. I democratici non mostrano altrettanta fretta.
Chansley non è il solo cospirazionista che potrebbe essere chiamato a ripetere le bislacche teorie generalmente accettate dai frequentatori dei siti che fanno riferimento a QAnon. La presidentessa della camera Nancy Pelosi ha denunciato questa settimana che i «nemici della democrazia» sono presenti all'interno del legislativo e minacciano la sicurezza dei colleghi, come ha fatto in passato la neo deputata Marjorie Taylor Greene quando ha chiesto in pubblico l'esecuzione capitale per alcuni progressisti di punta. Trump l'ha prontamente chiamata al telefono e le ha raccomandato: «Non mollare, non ammettere e non rinnegare nulla»!

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Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA