Guerra in Ucraina, l'esperto: «Se Mosca rischia il collasso, può diventare più aggressiva»

Il consigliere scientifico di Limes: "Ma la strategia alleata per ora funziona"

Mercoledì 27 Aprile 2022 di Marco Ventura
Guerra in Ucraina, l'esperto: «Se Mosca rischia il collasso, può diventare più aggressiva»

Giusto o no mandare in Ucraina sempre più armi, sempre più pesanti? «Lo scopriremo col tempo», dice Germano Dottori, consigliere scientifico di Limes. «Al momento, abbiamo la presunzione che neanche con le ultime decisioni si raggiungerà la soglia che può indurre i russi ad attaccarci o alzare il livello dello scontro sul territorio ucraino.

Quanto all'Italia, è una scelta che coincide con una lettura del nostro interesse nazionale, cioè non possiamo fare niente di diverso, anche se il nostro vero interesse sarebbe che il conflitto terminasse il prima possibile, in una condizione tale per cui possiamo riprendere un dialogo con Mosca».

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C'è il rischio di una deriva nucleare?
«In ambito atlantico si muovono con la ragionevole certezza di rimanere sotto la soglia che susciti la reazione aggressiva dei russi, spostando però questa soglia progressivamente sempre più avanti. Per il momento è una strategia che sta funzionando, a meno che i russi non arrivino a una decisione drammatica se il loro dispositivo militare sul campo si trovasse sul punto di collassare».
Per i britannici sarebbe legittimo l'uso da parte ucraina delle loro armi per colpire in territorio russo. Giusto così?
«Ci sta. Quando sei in guerra, è una forma di difesa anche aggredire il territorio del nemico. Evidentemente a Londra sono convinti che anche spostando in avanti la soglia, i russi continueranno una campagna di tipo convenzionale. Il comandante unico, generale Dvornikov, sta attaccando le infrastrutture per impedire che gli aiuti militari dell'Occidente arrivino al fronte. Al contempo, orienta l'offensiva verso una battaglia di attrito con variazioni di conquista territoriale incrementali: avanzate di un chilometro, poi di due, un villaggio conquistato oggi, tre ieri. In questo modo, la striscia prima sottile e discontinua di progressi russi a sud e a est si è allargata».

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Con quale obiettivo finale?
«Il territorio dell'Ucraina è una specie di cuneo nella Federazione russa, Dvornikov proverà a tagliarlo per ricavare un confine più facilmente difendibile se Kiev entrerà nella Nato. Gli ucraini, invece, hanno adottato dottrine d'impiego testate passivamente dagli israeliani già nel 1973, contro le armi controcarro spalleggiabili degli egiziani. Il Javelin in Ucraina si è dimostrato micidiale, distrugge i carri armati a 4 chilometri e mezzo di distanza. Prima o poi si raggiungerà un equilibrio di forza su una linea di confine e quando tutte le parti capiranno di non poterla modificare, si metteranno d'accordo. Gli americani avrebbero già le nuove mappe e un'ipotesi di nuovo confine di fatto».


Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 23:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA