Joe Biden aumenta il pressing su Vladimir Putin e mette al bando vodka e caviale.
«Continueremo a dare loro la caccia» perché sono «parte di quella cleptocrazia che esiste a Mosca», ha assicurato Biden riferendosi agli sforzi senza sosta per rintracciare e sequestrare i miliardi di dollari e le proprietà dei Paperoni vicini al Cremlino. E l'offensiva americana contro gli oligarchi procede di pari passo a quella del G7, che ha «reso operativa» la task force per colpire gli asset delle elite russe che «sostengono la macchina da guerra di Putin». Così mentre l'Europa affina il suo nuovo pacchetto di sanzioni, i sette grandi invitano il mondo a unirsi per chiedere a Putin di mettere fine all'assalto contro l'Ucraina. E annunciano anche si essere impegnati a lavorare collettivamente per prevenire che la Russia ottenga finanziamenti dalle principali istituzioni multilaterali, incluso il Fmi, la Banca mondiale e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo. Una mossa per strozzare e lasciare senza ossigeno Mosca e quindi spuntare le sue armi economiche per la guerra.
La lunga lista di sanzioni, destinata a crescere, è per far pagare a Putin la sua «aggressione militare», la sua guerra scelta contro un paese sovrano, spiegano i leader del G7, assicurando di continuare a dare battaglia a Mosca e alla sua campagna di disinformazione. «Putin è l'aggressore e deve pagare», ha spiegato Biden alla Casa Bianca, osservando come il presidente russo è riuscito nell'impresa di unire il mondo libero. Nel puntare il dito contro Mosca per l'invasione ingiustificata, Biden ribadisce ancora una volta che gli Stati Uniti non faranno la guerra contro la Russia in Ucraina, perché uno scontro diretto provocherebbe una Terza Guerra Mondiale. Per Putin comunque il presidente americano ha un messaggio chiaro. A fronte del rincorrersi dei timori sull'uso di armi chimiche in Ucraina, con scambi reciproci di accuse fra Kiev e Mosca, Biden dice seccamente: «Se userà armi chimiche, la Russia pagherà un caro prezzo».