Qatargate, Antonio Panzeri fa i nomi: «A Tarabella 120 mila euro, coinvolto anche Cozzolino». E ottiene uno sconto di pena

L’ex eurodeputato collabora e ottiene uno sconto di pena: condanna di un anno. Le prime rivelazioni: «Al belga soldi in sacchetti di carta». Le accuse all’italiano

Martedì 17 Gennaio 2023 di Gabriele Rosana
Qatargate, Antonio Panzeri fa i nomi: «A Tarabella 120 mila euro, coinvolto anche Cozzolino». E ottiene uno sconto di pena

 I nomi e i dettagli del Qatargate in cambio di un importante sconto di pena.

Pier Antonio Panzeri si è pentito. L’ex eurodeputato lombardo e fondatore della ong “Fight Impunity”, al centro dello scandalo delle euro-tangenti per cui si trova da oltre un mese in custodia cautelare, ha deciso di collaborare con gli inquirenti belgi. Accompagnato dai suoi legali, ieri Panzeri - indagato per i reati di organizzazione a delinquere, riciclaggio e corruzione -, ha firmato un memorandum d’intesa con la Procura federale di Bruxelles: l’accordo prevede una condanna effettiva a un anno di reclusione, oltre a una multa di 80mila euro e a una confisca dei benefici patrimoniali illecitamente acquisiti, ad oggi stimati attorno a un milione di euro. Tutto ciò in cambio dell’impegno - si legge in una nota della Procura - «a rendere dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, sincere e complete circa la partecipazione di terzi e, ove applicabile, la propria, in relazione ai reati del fascicolo d’indagine». In realtà, contro l’ex sindacalista «sarà pronunciata una condanna a cinque anni, ma con sospensione della pena per la parte eccedente un anno», ha spiegato a sera uno dei due avvocati dell’ex europarlamentare, Laurent Kennes, interpellato dall’Afp: Pier Antonio Panzeri «sconterà un anno di detenzione, parte del quale con la modalità del braccialetto elettronico». È solo la seconda volta nella storia giudiziaria del Belgio, si legge in una nota della Procura, che un procedimento penale si chiude con l’applicazione della cosiddetta legge sui pentiti (introdotta sull’esempio della normativa italiana anti-mafia). 

Da parte sua, l’ex deputato Ue reinventatosi lobbista si «impegna a informare gli inquirenti e la giustizia in particolare sul modus operandi» della rete criminale internazionale di cui era tra le figure di spicco, «sugli accordi finanziari con Paesi terzi, le strutture finanziarie poste in essere, con i loro beneficiari e i vantaggi offerti», oltre che «sul coinvolgimento di persone conosciute o non ancora conosciute nel caso, compresa l’identità di quelle che lo stesso ammette di aver corrotto». Panzeri - che ieri, comparendo di fronte al tribunale, non ha presentato appello contro la decisione di prolungare di un altro mese la sua custodia cautelare in carcere - avrebbe dato già prova agli investigatori di avere molto da dire. E di essere in grado di inchiodare anche altri europarlamentari a vario titolo attivi nella rete criminale. In un verbale d’indagine risalente al 10 dicembre scorso (il giorno dopo l’arresto che diede il via al caso) e allegato alla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare degli eurodeputati socialisti Marc Tarabella e Andrea Cozzolino, Panzeri avrebbe spiegato agli inquirenti di aver dato «un importo, a memoria, di 120-140mila euro in contanti all’esponente belga in cambio del suo aiuto sul dossier Qatar». La consegna delle somme a Tarabella sarebbe cominciata due anni fa e «avveniva in luoghi diversi. Il denaro si trovava in sacchi di carta». Panzeri avrebbe poi invitato a verificare la posizione di Cozzolino, senza però indicare consegne di denaro. Nel resoconto fatto agli inquirenti, ha spiegato che «cercavamo parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare posizioni in favore del Qatar». Il coinvolgimento dei due sarebbe confermato dalla versione fornita agli inquirenti da Francesco Giorgi, braccio destro dell’ex sindacalista. Panzeri, invece, tira fuori l’eurodeputata belga Maria Arena: «Lei non c’entra niente». Secondo l’avvocato «Panzeri si trova in carcere ed è depresso: ha voglia di vedere la luce in fondo al tunnel. Per questo ha deciso di parlare» .

 


LE DIFESE

Il legale di Tarabella, Maxim Töller ha respinto le accuse e ha pure comunicato il rifiuto del suo assistito di dimettersi dal gruppo dei socialisti e democratici (S&D), come richiesto dalla leader Iratxe García Pérez. Oggi a mezzogiorno, intanto, l’Aula voterà per la sostituzione di Eva Kaili: l’S&D prova a mantenere la vicepresidenza persa con la destituzione della greca, puntando sul moderato lussemburghese Marc Angel. A lui arriveranno i voti dei liberali e pure quelli dei popolari, che hanno sciolto la riserva solo a sera, dopo che ancora in giornata il capogruppo del Ppe Manfred Weber aveva evocato un «forte malcontento per il comportamento dei socialisti». 

Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 00:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA