Qatargate, prime ammissioni: il caso si allarga. Maxi-sequestro di banconote. Destituita la Kaili

In casa di Panzeri e Kaili sono stati trovati 1,5 milioni in contanti. Giorgi sentito per oltre tre ore: avrebbe fatto il nome di Tarabella

Mercoledì 14 Dicembre 2022 di Valentina Errante
Qatargate, prime ammissioni: l inchiesta si allarga. Maxi-sequestro di banconote. Destituita la Kaili

Avrebbe ammesso alcuni episodi Francesco Giorgi, il compagno dell’ex vicepresidente del parlamento europeo Eva Kaili, travolta dallo scandalo “Qatargate”, che ha portato anche lui all’arresto. E durante il lunghissimo interrogatorio, di oltre tre ore, avrebbe fatto anche alcuni nomi, come quello dell’europarlamentare Marc Tarabella che, secondo i quotidiani belgi, sarebbe emerso anche nel corso di altre audizioni. Anche se l’eurodeputato, perquisito venerdì, che si è autosospeso dal gruppo socialista ed è stato invece sospeso dal suo partito, non risulterebbe indagato. Poi Giorgi, già assistente dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri, (anche lui arrestato) e oggi dell’europdeputato Andrea Cozzolino, avrebbe portato gli inquirenti nella sua casa di Abbiategrasso, nel milanese, dove sono stati sequestrati altri 20mila euro in contanti.

Soldi che si aggiungono ad altri soldi. Una montagna, quella scoperta (e immortalata) finora dalla polizia belga: oltre un milione e mezzo di euro, in banconote di piccolo taglio, tra il bottino scoperto nei sacchi in casa dell’ex eurodeputato Antonio Panzeri e quello nel trolley del padre della Kaili e nelle borse custodite nell’appartamento dell’eurodeputata greca. 

LE INDAGINI

E l’inchiesta si allarga. Lunedì sera, probabilmente anche in seguito alle parole di Giorgi, sono scattate altre perquisizioni: nell’ufficio di Michelle Rieu, ex consigliera dei Verdi, capo unità all’Eurocamera, che negli ultimi mesi ha svolto un’intensa attività nella sottocommissione Diritti Umani. La stanza è rimasta sotto sequestro per tutta la notte. Poi nell’ufficio di un’altra capo unità, Petra Prossliner. E i sigilli sono stati posti anche all’ufficio di Davide Zoggia, ex parlamentare italiano ed assistente dell’eurodeputato Pietro Bartolo, di F. G., assistente dell’eurodeputata Alessandra Moretti, di Giuseppe Meroni, già assistente di Panzeri e attualmente in forze nell’ufficio dell’eurodeputata Lara Comi. Poi nella stanza di Donatella Rostagno, ex collaboratrice di Panzeri, che lavora adesso per Maria Arena, l’europarlamentare belga che fa parte del Board dell’ong Fight Impunity, fondata da Panzeri. 

L’UDIENZA

Oggi i tre arrestati che si trovano a Bruxelles, Giorgi, Panzeri e Niccolò Figà-Talamanca, segretario della Ong “No Peace Without Justice” (in Italia sono state fermate la moglie e la figlia di Panzeri) si presenteranno in tarda mattinata in tribunale per l’udienza preliminare, durante la quale sarà deciso se resteranno in carcere o torneranno in libertà. Sono accusati di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio. Finora ad anticipare la linea difensiva è stato soltanto il legale della Kaili. «La sua posizione è di innocenza. Non ha nulla a che fare con le tangenti del Qatar», ha dichiarato Michalis Dimitrakopoulos. 

 

I DOSSIER

Il sistema di tangenti che avrebbe influenzato le politiche del Parlamento Ue in favore del Marocco e soprattutto del Qatar, finito al centro delle polemiche per violazione dei diritti umani e dei lavoratori durante la realizzazione delle opere del Mondiale di calcio, potrebbe essere passato attraverso diversi dossier, ora all’esame della magistratura belga. Dall’accordo sul trasporto aereo che assicura a Qatar Airways un accesso illimitato al mercato dell’Ue, alla proposta della Commissione europea per la liberalizzazione di visti per il Qatar (e il Kuwait), per agevolare i viaggi in Europa di politici e uomini di affari di Paesi terzi e cementare i rapporti commerciali e diplomatici. Quindi il capitolo lavoratori, collegato alla proposta di regolamento della Commissione che mira a vietare l’import nell’Ue dei prodotti di Paesi terzi ottenuti con lo sfruttamento del lavoro forzato. Il Qatar è stato accusato soprattutto per la presenza dell’istituto della Kafala, una legge che rende i datori di lavoro “tutori legali” dei loro dipendenti migranti. Fino a custodirne il passaporto. Sullo sfondo gli accordi su gas ed energia.

Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA