Le autorità le definiscono «attività rieducative» ma forse neanche Aleksej Navalny avrebbe mai immaginato che sarebbe stato costretto a fissare per ore un ritratto di Putin. Difficile che questa "punizione" possa far breccia nell'animo del rivale numero uno dello zar, che sui social network ha descritto le sue giornate nel carcere di massima sicurezza di Melekhovo, dove è stato recentemente trasferito. Lì lavora sette ore al giorno alla macchina da cucire seduto «su uno sgabello più basso dell'altezza del ginocchio» e durante quelle che le autorità definiscono «attività educative» deve sedere «per diverse ore su una panca di legno sotto un ritratto di Putin».
Il caso Navalny
In carcere per accuse ritenute palesemente politiche, Navalny è stato arrestato nel gennaio del 2021, non appena è tornato a Mosca dalla Germania, dove era stato curato per un avvelenamento causato da una micidiale neurotossina che aveva fatto temere per la sua vita e per il cui uso l'Occidente sospetta l'intelligence del Cremlino. A fine maggio, un tribunale di Mosca ha confermato in appello una condanna a nove anni inflitta a marzo ad Alexei Navalny, e anch'essa ritenuta di matrice politica, in base alla quale l'oppositore doveva essere trasferito in un centro detentivo a «regime severo», cosa che preoccupa molto i suoi sostenitori. Il Cremlino sta inasprendo sempre più la repressione contro l'opposizione: sia la rete degli uffici regionali di Navalny sia la Fondazione Anticorruzione sono state dichiarate «estremiste» in Russia con una mossa ritenuta senza dubbio politicamente motivata.