Putin, il ricatto del gas (fallito) verso l'Europa: ecco come lo zar ha perso la guerra energetica

Le riserve di gas sono garantite e i prezzi sono tornati ai livelli precedenti all'invasione russa dell'Ucraina. La strategia fallita del presidente russo

Lunedì 9 Gennaio 2023 di Simone Pierini
Putin, il ricatto del gas (fallito) all'Europa: ecco come lo zar ha perso la guerra energetica

Questa mattina il gas ha aperto con un deciso rialzo sul mercato di Amsterdam. I future Ttf iniziano la settimana avanzando del 6,8% a 74,25 euro al megawattora. Un aumento, è vero, ma il prezzo si mantiene ben al di sotto dell'impennata dei mesi scorsi quando il ricatto di Putin all'Europa sul fronte energetico sembrava poter mettere in crisi le risorse del vecchio continente per l'inverno.

Ma la strategia del presidente russo di utilizzare l'energia come arma, arginata in parte anche dall'annuncio del price cap imposto dall'Ue, sembra essere fallita. Almeno per ora. 

Il ricatto (fallito) di Putin sull'energia

Secondo l'analisi di Bloomberg a venire incontro all'Europa c'è un clima mite, una gamma più ampia di fornitori e gli sforzi per ridurre la domanda. Le riserve di gas sono blindate e i prezzi sono crollati ai valori precedenti all'invasione russa dell'Ucraina. Dopo la brusca inversione di tendenza dell'ultimo mese, l'Europa sta probabilmente già attraversando, e superando, il momento peggiore della crisi. Una combinazione di condizioni, tra cui la situazione del Covid della Cina che ha smorzato la concorrenza per i carichi di Gnl, sembra riuscire ad alleggerire l'inflazione stabilizzando le prospettive economiche dell'Europa e lasciando il Cremlino con meno influenza sugli alleati dell'Ucraina. La speranza è che lo stallo possa persistere fino al termine della stagione fredda. Al contrario un'ondata di freddo o una improvvisa interruzione di consegne potrebbero ancora gettare i mercati dell'energia nel caos, ma cresce l'ottimismo sul fatto che l'Europa possa farcela sia per questo inverno che per il prossimo. «Il pericolo di un completo tracollo economico e dell'industria europea è stato, per quanto possiamo vedere, scongiurato», ha dichiarato il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck, artefice chiave della risposta del paese alla crisi energetica, durante una conferenza stampa. Per la prima volta infatti, la maggior parte del gas consumato in Germania è stato fornito dalla Norvegia (33%), contro solo il 22% proveniente dalla Russia.

 

Gli stoccaggi di gas e l'indipendenza

La crisi, innescata dall'invasione russa dell'Ucraina lo scorso febbraio, è già costata all'Europa quasi mille miliardi di dollari a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia. I governi hanno risposto con più di 700 miliardi di dollari in aiuti per venire incontro alle aziende e permettere ai consumatori ad assorbire il colpo. Poi è partita la corsa a sciogliere la loro dipendenza dall'energia russa, in particolare dal gas naturale. L'Unione Europea non importa più carbone e greggio dalla Russia e le consegne di gas sono state notevolmente ridotte. Il blocco ha colmato parte del divario aumentando le forniture dalla Norvegia e le spedizioni di gas naturale liquefatto dal Qatar, dagli Stati Uniti e da altri produttori. In Germania, gli impianti di stoccaggio sono pieni per circa il 91%, rispetto al 54% di un anno fa, quando la Russia aveva già svuotato gli asset che controllava. Da allora il governo del cancelliere Olaf Scholz ha nazionalizzato le unità locali di Gazprom PJSC e ha speso miliardi di euro per riempire le riserve. Secondo la piattaforma Gie Agsi-Aggregated Gas Storage Inventory (al 3 gennaio 2023) l’Italia ha invece l'82% di stoccaggi occupati mentre la media Ue è dell'83,41%. Le misure di risparmio energetico dell'industria e delle famiglie, nonché le temperature di gennaio più calde degli ultimi decenni, hanno contribuito a preservare questo cuscinetto.

I prezzi del gas 

I prezzi di riferimento del gas sono scesi a un quinto rispetto ai record stabiliti ad agosto e, nonostante le preoccupazioni che tassi più bassi possano alimentare la domanda, l'utilizzo è ancora in calo. Secondo quanto affermato da Morgan Stanley in un rapporto il consumo europeo dovrebbe essere di circa il 16% inferiore ai livelli medi quinquennali per tutto il 2023. Anche le condizioni favorevoli e l'espansione della capacità delle rinnovabili stanno aiutando. Secondo S&P Global, l'aumento della generazione eolica e solare contribuirà a ridurre del 39% quest'anno la produzione di energia a gas in dieci dei più grandi mercati energetici europei. Secondo Morgan Stanley la dinamica si è spostata a tal punto che ora sta arrivando troppo GNL. Le consegne hanno stabilito un nuovo record a dicembre e la tendenza è destinata a continuare. 

«Il fatto che l'Europa sia riuscita a riempire i suoi siti di stoccaggio ha creato un cuscinetto per i prezzi per il prossimo inverno», ha affermato a Bloomberg Giacomo Masato, analista capo e meteorologo senior presso la società energetica italiana Illumia SpA. «Le aspettative sono cambiate quando la regione ha iniziato ad avere ampie scorte». Il rifornimento delle riserve potrebbe essere meno drammatico dopo questo inverno. Se il clima dovesse rimanere mite Morgan Stanley e la società di consulenza Wood Mackenzie Ltd si aspettano che i siti di stoccaggio siano pieni per metà questa primaver. Sarebbe il doppio dei livelli dell'anno scorso. «L'Europa potrebbe essere in una posizione migliore rispetto a quanto temuto in precedenza, ma non è ancora del tutto dai guai», ha dichiarato Wood Mackenzie. 

Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 06:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA