Putin, viaggio nella sua mente e nelle fobie. Quell'ossessione per il video dell'uccisione di Gheddafi

Si è ipotizzato che il leader russo fosse malato, ma molti analisti ritengono che il problema sia l'isolamento: fisico e psicologico

Lunedì 21 Marzo 2022 di Marco Prestisimone
Putin e l'ossessione per i video dell'uccisione di Gheddafi: viaggio nella sua mente e nelle sue fobie

Ci provano in molti, specialmente ora che l'isolamento si è fatto ancora più rigido. Perché entrare nella mente di Putin per l'Occidente è uno dei primi passi per provare a capire le sue intenzioni (vorrà fermarsi o continuare con guerra e distruzione?) e anche come stia reagendo alle difficoltà dell'esercito russo in quella che lui non ha mai chiamato «guerra» ma operazione speciale. Comprendere il suo stato d'animo è diventato fondamentale per evitare di aggravare la crisi. Si è ipotizzato che il leader russo fosse malato, ma molti analisti ritengono che il problema sia l'isolamento: fisico (e si nota dalle immagini dei suoi incontri istituzionali) ma anche psicologico, visto che si è circondato solo di persone che seguono la sua linea.

si sia effettivamente isolato e chiuso a qualsiasi visione alternativa. 

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Le mosse di Mosca

«La sfida di comprendere le mosse del Cremlino è importante perché Putin è l'unico che prende decisioni a Mosca», ha spiegato alla BBC John Sipher, che in passato ha gestito le operazioni della CIA in Russia. E anche se le opinioni di Putin sono spesso pubbliche, sapere come agirà è una delle sfide dell'intelligence. «È estremamente difficile in un sistema così protetto come la Russia avere una buona informazione su ciò che sta accadendo all'interno della testa del leader, soprattutto quando così tanti suoi membri non sanno cosa sta succedendo», ha detto Sir John Sawers, ex capo dell'MI6 britannica.

Secondo analisti dell'intelligence, Putin è isolato in una bolla di sua creazione nella quale penetrano pochissime informazioni esterne, in particolare quelle che potrebbero mettere in discussione le sue convinzioni. «È vittima della sua stessa propaganda, nel senso che ascolta solo un certo numero di persone e blocca tutto il resto. Questo gli dà una strana visione del mondo», ha spiegato alla BBC Adrian Furnham, professore di psicologia. La cerchia di coloro con cui Putin parla non è mai stata ampia, ma quando è arrivata la decisione di invadere l'Ucraina, si è ristretta a una manciata di persone, credono i funzionari dell'intelligence occidentale, tutti quei «veri credenti» che condividono la mentalità di Putin e ossessioni.

L'ossessione per il video di Gheddafi

Diversi analisti occidentali hanno spiegato che il leader russo è guidato dal desiderio di superare l'umiliazione dalla Russia negli anni '90 insieme alla convinzione che l'Occidente sia determinato a tenere la Russia sotto controllo e cacciarlo dal potere. Una persona che ha incontrato Putin - riporta la BBC - ricorda la sua ossessione (raccontata anche dal politologo Kratsev al Corriere) di guardare i video dell'uccisione del colonnello libico Gheddafi dopo essere stato cacciato dal potere nel 2011. Al direttore della CIA, William Burns, è stato chiesto di valutare lo stato mentale di Putin e ha spiegato che «si è trovato in una combinazione infiammabile di rancore e ambizione per diversi anni, indurendo le sue opinioni e isolandosi da diversi punti di vista».

La teoria del pazzo (e quel gioco da piccolo con un topo)

In molti si sono chiesti se sia effettivamente pazzo, ma gli psicologi esperti in materia hanno detto che inquadrare una persona come «pazza» solo perché non se ne capiscono le mosse, è sbagliato. Una fonte sulla condizione psicologica di Putin la danno anche gli incontri istituzionali del passato: nel 2014 Angela Merkel avrebbe detto al presidente Obama che Putin viveva «in un altro mondo». Il presidente Macron nel frattempo, quando si è incontrato di recente con Putin, avrebbe trovato il leader russo «più rigido e più isolato» rispetto ai precedenti incontri. Forse anche per un contraccolpo psicologico post-Covid. La preoccupazione è come adesso potrebbe reagire di fronte a un peggioramento della situazione della guerra per la Russia. 

Lo stesso Putin aveva raccontato la storia dell'inseguimento di un topo da ragazzo. Quando lo aveva spinto in un angolo, il topo reagì attaccandolo, costringendo un giovane Putin a cambiare prospettiva: da aggressore ad aggredito. E la domanda che si stanno ponendo i politici occidentali è proprio questa: cosa potrebbe succedere se anche stavolta si sentisse messo alle strette? Perché Putin potrebbe giocare sul senso di essere pericoloso o addirittura irrazionale: questa è una tattica ben nota (conosciuta come «la teoria del "pazzo») in cui qualcuno con accesso alle armi nucleari cerca di convincere il suo avversario a fare marcia indietro convincendolo che potrebbe essere abbastanza pazzo da usarli nonostante la possibilità che tutti muoiano.

Ultimo aggiornamento: 17:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA