Modella russa torna da Putin e dopo l'intervista minaccia il giornalista Usa: «Attento alla nostra mafia»

La 33enne con doppio passaporto è tornata dagli Stati Uniti dopo una carriera decennale. «Voglio vestire 150 milioni di russi dopo la fuga dei brand di moda»

Martedì 21 Giugno 2022 di Marco Prestisimone
Modella russa torna da Putin e minaccia il giornalista americano: «La mafia russa controllerà te e la tua famiglia»

Nella fuga delle aziende occidentali dalla Russia dopo l'invasione dell'Ucraina, Kira Dikhtyar, una modella di 33 anni, ha visto un'opportunità. Così è salita su un aereo da New York e ha raggiunto Mosca, lasciandosi alle spalle una carriera decennale da modella negli Stati Uniti: lei, che ha doppia cittadinanza statunitense e russa, è tornata nella sua città natale in primavera per lanciare una nuova linea di abbigliamento nella Russia colpita dalle sanzioni, mostrando così il suo sostegno al presidente Putin. Il concetto dell'azienda, secondo lei ancora in fase di sviluppo, consiste in repliche poco costose di abbigliamento dei marchi occidentali per riempire gli scaffali di Zara, H&M e altri rivenditori che hanno chiuso le loro sedi russe dopo l'invasione del 24 febbraio. «Cambiamo un po' il design per non essere citati in giudizio dalle aziende», ha detto Dikhtyar in un'intervista telefonica con il Washington Post dalla sua casa di Mosca. Un po' come già successo con McDonald's, "rinato" sotto il nome di "Vkousno i totchka", "buono e basta".

Il progetto a Mosca

Dikhtyar si vede all'avanguardia di questa reinvenzione economica e non esprime alcun rammarico per aver intrapreso affari nella Russia in tempo di guerra. «Cosa c'è che non va? - ha detto - È un'opportunità straordinaria qui a Mosca». Negli Stati Uniti, Dikhtyar è conosciuta per la partecipazione nel reality show "The Face" e per uno scontro con l'ex top model Naomi Campbell. Negli ultimi dieci anni ha lavorato come modella con la sua immagine sulle pagine di FHM e le edizioni estere di L'Officiel e Playboy.

«La gente subisce il lavaggio del cervello dai media: è pazzesco», ha detto, incolpando gli Stati Uniti per aver prolungato una guerra in Ucraina. «Non c'è più pace e questa è colpa degli Stati Uniti d'America. Se non sostenessero l'esercito in Ucraina, si raggiungerebbe la pace. Ma dal momento che hanno portato mezzi militari in Ucraina, significa che la Russia deve ora portare più soldati e più mezzi, il che può portare a più morti e conflitti più lunghi».

Nel mondo della moda, Burberry, Chanel, H&M e Hermès hanno chiuso tutti i negozi e le vendite online in Russia, unendosi alle quasi 1.000 aziende che hanno ridotto le operazioni nel Paese. E da questa fuga, Dikhtyar ha visto l'opportunità di sfondare. «Il mercato è enorme. Pensateci: 150 milioni di persone non hanno niente da indossare perché tutti i marchi si ritirano».

La provocazione al giornalista: «La mafia russa esiste ancora»

Il vero caso però nasce nel racconto finale svelato dal Washington Post. Perché, spiega il giornalista che ha redatto l'intervista, dopo averne preso parte per più di due ore, Dikhtyar ha successivamente chiesto che non fosse pubblicato l'articolo perché diceva di non essere autorizzata a parlare a nome della linea di abbigliamento. E premendo perché il pezzo non uscisse sulla stampa, ha detto: «La mafia russa esiste ancora. Faremo un controllo sui precedenti tuoi e della tua famiglia». Qualche istante dopo, ha insistito sul fatto che fosse uno scherzo. «Hai paura della mafia russa?», ha chiosato. 

Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA