Putin, missili termobarici in prima linea per l'offensiva decisiva: lo Zar schiera i lanciarazzi TOS-1A

I letali sistemi missilistici producono onde d'urto supersoniche che spazzano via uomini, mezzi e infrastrutture. Così il Cremlino vuole annientare le difese ucraine

Martedì 11 Aprile 2023 di Gianluca Cordella
Putin, missili termobarici in prima linea per l'offensiva decisiva: lo Zar schiera i lanciafiamme TOS-1A

Stroncare la resistenza ucraina prima che l'esercito di Kiev riesca a organizzare l'attesa controffensiva d'estate. Il piano di Vladimir Putin è stato chiaro sin da quando sono riprese le ostilità sul campo, dopo la pausa invernale. E lo sono ancora di più adesso che, stando all'intelligence britannica, l'esercito dello Zar sta schierando nuovamente sul campo i temutissimi sistemi lanciafiamme TOS-1A, in grado di sparare i letali missili termobarici.

Secondo un report del ministero della Difesa britannico, lo scorso 3 aprile alcuni di questi sistemi sono stati trasferiti nelle linee più avanzate delle forze aviotrasportate di Mosca. E questo renderebbe chiaro il piano del Cremlino. Questi sistemi missilistici, infatti, sfruttano razzi riempiti con un combustibile altamente esplosivo e una miscela chimica che causa onde d'urto supersoniche in grado di annientare tutto ciò che trovano sul loro cammino, che si tratti di uomini, mezzi o infrastrutture. La brutalità dell'arma è evidente, quando venne intercettata dalle telecamere della Difesa ucraina nel maggio scorso, il consigliere del presidente Zelensky, Mykhailo Podolyak, parlò dell'arma «più brutale dopo quelle nucleari».

Come funzionano

Questi sistemi missilistici hanno infatti un uso completamente diverso dai missili teleguidati e superprecisi che vengono ormai utilizzati per la maggiore sui campi di battaglia.

I razzi termobarici, per loro capacità di distruggere tutto, vengono usati più sulla breve gittata, soprattutto per spianare la via alle avanzate delle truppe via terra. E hanno un'altra caratteristica: siccome l'onda d'urto si propaga in tutte le direzioni, di fatto riescono ad uccidere anche i soldati che cercano riparo nelle trincee o in postazioni sotterranee, sfruttando le capacità chimiche dell'arma che letteralmente brucia i polmoni di chi si trovi a respirare nei paraggi della deflagrazione.

 

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Il sistema, già utilizzato dai russi anche in Afghanistan e Cecenia, è stato dunque avvistato ad inizio aprile nella città di Mykolaiv, sul Mar Nero, intercettato dall'intelligence britannica ma anche dall'Istituto per lo studio della guerra, il think tank americano che monitora la guerra in Ucraina. Secondo l'Isw la presenza di questi mezzi potrebbe dare alla Russia «un vantaggio offensivo decisivo» per il prosieguo del conflitto. Kiev lo sa bene, al punto che dopo l'avvistamento del 2022, Podolyak aveva rilanciato a gran voce la richiesta di aiuti militari agli alleati, in particolare chiedendo i sistemi missilistici Himars che poi sono puntualmente arrivati. Facile pensare che Zelensky anche questa volta proverà a fare leva sui paese occidentali per ricevere altri mezzi che possano annientare la brutalità del sistema missilistico russo. E la sensazione generale è che l'escalation del conflitto prevista per la primavera sia sempre più vicina.

Ultimo aggiornamento: 21:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA