Putin-Kim, ambasciatore Nelli Feroci: «Corea del Nord più forte è il vero pericolo, L’incontro rivela la crisi di Mosca»

Parla l'ex Commissario europeo e oggi presidente dello Iai, l’Istituto affari internazionali.

Mercoledì 13 Settembre 2023 di Marco Ventura
Putin-Kim, ambasciatore Nelli Feroci: «Corea del Nord più forte è il vero pericolo, L’incontro rivela la crisi di Mosca»

«Per Putin è clamoroso dover chiedere munizioni alla Corea del Nord. La Russia, che era considerata una delle massime potenze militari, è costretta a rivolgersi a un Paese paria per ottenere i proiettili che non ha. Significa che la Russia non ce la fa più, ha bisogno di forniture dall’esterno. I droni iraniani non bastano. I calcoli dei militari erano sbagliati. C’è carenza di mezzi e di equipaggiamenti». Analisi impietosa quella dell’Ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, ex Commissario europeo e oggi presidente dello Iai, l’Istituto affari internazionali.

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«Russia e Corea del Nord sono due paesi in evidente difficoltà per motivi diversi, indeboliti e poco credibili sulla scena internazionale.

Trovano un punto d’incontro, nel loro isolamento, sulla base di uno scambio di favori e concessioni reciproche: le tecnologie missilistiche e spaziali dalla Russia in cambio di munizioni ed eventuali armamenti dalla Corea del Nord. Kim ha interesse a dimostrare che la sua economia non dipende soltanto dalla benevolenza della Cina, la quale tiene in piedi la Pyongyang in chiave antiamericana. Quanto all’interesse di Putin, è rafforzare lo schieramento antioccidentale».


Che cosa cambia in concreto per la guerra in Ucraina?
«Le forniture che Putin può ottenere non sono in grado di modificare il corso del conflitto: un po’ di munizioni, qualche cannone non fanno la differenza, vanno a sostituire munizionamento e cannoni già consumati».


E per la Corea del Nord e gli scenari del Pacifico?
«Questo è l’aspetto più pericoloso. L’incontro tra Putin e Kim potrebbe avere un impatto anche a breve e medio termine. La Corea del Nord ha un programma ambizioso, probabilmente è in possesso di testate nucleari e sappiamo che ha una dotazione di missili balistici a corta, media ma anche lunga gittata, e che sta sviluppando i sistemi di trasporto di testate nucleari per migliorarne l’operatività. Kim è interessato al programma di satelliti per uso militare. Non conosciamo i dettagli degli accordi, è impossibile fare previsioni, ma immaginare che la Corea del Nord possa migliorare le proprie capacità in missili balistici o satelliti è inquietante e preoccupante».

 


L’isolamento di Mosca e Pyongyang a che punto è reale? O è solo un mito, visto anche il risultato di compromesso sull’Ucraina al G20 e la posizione filorussa di molti Paesi africani?
«L’Occidente ha avuto successo nel definire una propria strategia di condanna dell’invasione russa dell’Ucraina, ma non nel coinvolgere il Sud globale. Ci dovremmo confrontare per migliorare il rapporto con questa parte di mondo che non si riconosce nei nostri valori. D’altra parte, Putin è riuscito a evitare condanne esplicite e che altri Paesi del terzo mondo si associassero nel fornire assistenza all’Ucraina, ma di fatto il massimo che ha ottenuto è una benevola astensione all’Onu. Iran, Corea del Nord e Venezuela possono avere una posizione più netta pro-Russia, ma non sono in grado di spostare gli equilibri in termini di assistenza militare o anche di solidarietà politica».


Biden avrebbe promesso l’invio di missili a lungo raggio Atacms. C’è una corsa al riarmo e una possibile escalation del conflitto?
«Gli Atacms potrebbero essere decisivi e arrivare anche sul territorio russo. La linea occidentale e americana resta quella di assistere l’Ucraina con tutti i mezzi possibili per consentirle di difendersi finché non deciderà che vi siano le condizioni per avviare un negoziato. Più di una corsa al riarmo, parlerei di prosecuzione di una promessa fatta all’inizio della guerra, che ha consentito all’Ucraina di difendersi anche se con sacrificio enorme di vite umane e mezzi. La Russia oggi è alle corde».


Quando arriverà il momento del negoziato?
«È ancora lontano, non vedo le condizioni anche solo di un cessate il fuoco concordato o un armistizio di tipo coreano. La controffensiva ucraina procede lentamente, ma qualche risultato comunque lo sta ottenendo. E Putin non può rinunciare alla pretesa che i territori annessi siano restituiti o sottoposti a un regime di autonomia internazionalmente garantita. Quello che ci si può augurare da occidentali è che l’offensiva ucraina abbia più successo possibile o che il conflitto si riduca d’intensità con le piogge, il freddo e cattivo tempo che presto rallenteranno le operazioni sul terreno».


Che cosa può cambiare con le elezioni presidenziali negli Usa?
«Questo è il tema più delicato, non è un caso che Putin abbia detto che Trump è un perseguitato politico. Putin si augura che Trump torni alla Casa Bianca. Bisognerà vedere prima di tutto come andranno le elezioni. Da Biden possiamo aspettarci una continuità nella linea sulla guerra in Ucraina. Se invece dovesse prevalere Trump o un repubblicano, potrebbe esserci un aggiustamento in corso d’opera. Ma alla fine non credo che ci saranno troppi cambiamenti, se consideriamo che anche le minacce di Trump alla Nato all’atto pratico non furono mai concretizzate».
 

Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 20:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA