Putin: «Forniture sicure per le imprese italiane»

Giovedì 27 Gennaio 2022 di Francesco Bisozzi
Putin: «Forniture sicure per le imprese italiane»

Bruxelles parla di incontro «inopportuno», che «avrebbe dovuto essere rinviato». Anche Washington storce il naso. Quello che doveva essere un appuntamento programmato per discutere di scambi commerciali tra Italia e Russia, è diventato un caso. Complice la presenza al vertice di Vladimir Putin, accompagnato da otto ministri, nello stesso giorno in cui gli Stati Uniti e la Nato hanno consegnato un documento ai sovietici per provare ad offrire una via diplomatica per uscire dalla crisi Ucraina.

Una tempistica considerata, insomma, discutibile. Anche se nel vertice non si è parlato di geopolitica. Ma di gas, di transizione ecologica e di investimenti. Presenti molti big dell'imprenditoria italiana, dal numero uno di Enel, Francesco Starace, a Marco Tronchetti Provera, ceo di Pirelli e presidente del Comitato imprenditoriale italo-russo, ad Andrea Orcel, ceo di Unicredit, al presidente di Generali Gabriele Galateri di Genola. Al vertice hanno partecipato anche i top manager dei gruppi Barilla e Cremonini, Antonio Fallico, presidente di Banca Intesa Russia, e quello di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia: gli imprenditori si sono collegati dall'hotel St. Regis di Roma e dal Principe di Savoia di Milano. Il leader del Cremlino ha confermato che garantirà le forniture alle imprese italiane e non solo. Ha sottolineato che «la Russia è un fornitore di risorse energetiche affidabile» e ha ricordato che «l'Italia è il terzo Paese europeo per interscambio commerciale con la Russia». Il presidente russo ha anche affermato di voler favorire «condizioni favorevoli e stabili, sia dal punto di vista sociale che economico, per lo sviluppo dei piani strategici delle imprese italiane». E poi: «Le compagnie energetiche italiane continuano a lavorare con Gazprom sulla base di contratti di lungo termine e in virtù di questo acquistano gas a prezzi favorevoli, più bassi rispetto ai cosiddetti prezzi di mercato spot».

Per Bruxelles, come detto, l'incontro è giudicato «inopportuno», considerate le attuali tensioni con Mosca. Palazzo Chigi, che pure aveva sconsigliato le società pubbliche dal prendervi parte, prova a gettare acqua sul fuoco, derubricando l'evento a un incontro privato (non a caso non erano presenti esponenti della Farnesina). Hanno preso parte al meeting gli esponenti di sedici gruppi imprenditoriali. L'evento era in programma fin da novembre. Intercettato al telefono a seguito del summit, il presidente di Filiera Italia, Scordamaglia, ha precisato: «Si è parlato solo di affari, la politica è rimasta fuori. Dicono che Palazzo Chigi abbia contattato le imprese per invitarle a disertare l'incontro. A me non risulta: personalmente non ho ricevuto nessuna chiamata». In realtà la Farnesina si sarebbe limitata a suggerire agli organizzatori di posticipare l'evento, tenuto conto del contesto geopolitico. Soddisfatto l'artefice del meeting Vincenzo Trani: «Sono state affrontate numerose problematicità legate a investimenti e internazionalizzazione che interessano da vicino le aziende italiane attive in Russia. Ritengo che in questa fase vada intensificato il dialogo economico-imprenditoriale tra i due Paesi, lasciando da parte la retorica politica, al fine di cogliere congiuntamente le opportunità che una promettente ma ancora incerta ripresa economica può offrire. Il presidente Putin ha anche detto che guarda all'Italia come partner strategico per la transizione ecologica». Ha partecipato alla videocall pure Igor Sechin, ad di Rosneft.

L'OPERAZIONE
Proprio ieri Maire Tecnimont, presente anche lei all'appuntamento di ieri, ha annunciato di aver ottenuto una commessa da 1,1 miliardi di euro da Rosneft per la realizzazione di un complesso di hydrocracking a sud-est di Mosca. Gli investimenti delle imprese tricolori nell'economia russa sono pari a circa 5 miliardi di dollari, mentre quelli russi in Italia sono stimati a circa 3 miliardi di dollari, ha ricordato sempre Putin in occasione dell'incontro di ieri. Sono più di 500 le imprese a capitale italiano attive nella Federazione Russa. Nei primi 9 mesi del 2021 l'interscambio tra i due Paesi è aumentato di oltre il 43% rispetto allo stesso periodo del 2020, arrivando a 17 miliardi di euro.

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