Ucraina, Putin (sotto pressione) promette soldi ai militari. I petrolieri: stop alla guerra

Lo "Zar" in tv prova a compattare l’esercito: «Eroi che lottano contro i nazisti». Ma il colosso Lukoil gli manda un messaggio

Venerdì 4 Marzo 2022 di Gianluca Perino
Ucraina, Putin (sotto pressione) promette soldi ai militari. I petrolieri: stop alla guerra

Vladimir Putin ricompare in tv.

Lo stesso sguardo, la stessa postura: entrambe le braccia poggiate sulla scrivania, il busto leggermente piegato in avanti. È quello di sempre, almeno a guardarlo. Ma dalle parole che pronuncia, è la lettura di alcuni analisti, questa volta siamo di fronte ad un uomo che potrebbe essere in difficoltà. Su due fronti: quello militare, dove l’avanzata delle truppe non è all’altezza delle aspettative (e probabilmente anche dei piani iniziali), e quello interno, dove ogni giorno che passa crescono scontento, proteste e dubbi. 

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È di ieri, e pesa parecchio, la presa di posizione della Lukoil, il secondo colosso petrolifero della Russia, che si schiera chiaramente contro l’invasione lanciando un appello affinché si ponga «fine rapidamente» alla guerra in Ucraina. «Sosteniamo una veloce fine del conflitto armato - sottolinea l’intero cda dell’azienda in una nota - e sosteniamo pienamente la sua risoluzione attraverso un processo di negoziazione e mezzi diplomatici». Per lo Zar non è un colpo semplice da assorbire. È il primo che gli arriva da quel mondo. E probabilmente non sarà nemmeno l’ultimo.

IL DISCORSO
Ma Putin non si arrende. Mentre da un lato continua la stretta sull’informazione in patria (ieri è stata chiusa la tv indipendente Dozhd) dall’altro cerca di compattare almeno il fronte dei militari. «I soldati e gli ufficiali russi che combattono sono degli eroi - dice - e lottano per la pace, il Donbass e la denazificazione dell’Ucraina». Poi offre delle garanzie, degli aiuti per le famiglie degli uomini e dei ragazzi che stanno trovando la morte sul campo di battaglia. Sarebbero oltre seimila i soldati russi uccisi (secondo Kiev) molti meno, naturalmente, per il Cremlino. Ma stiamo parlando comunque di numeri consistenti, dietro ai quali ci sono genitori disperati, fratelli, sorelle, amici. 

I FONDI
Questo lo Zar lo sa bene. Così spiega che stanzierà 7,5 milioni di rubli (circa 64mila euro) per ogni famiglia di caduto, mentre ai feriti andranno tre milioni di rubli. E comunque, per lui «l’operazione militare speciale sta andando rigorosamente secondo il programma, secondo i piani. Stiamo cercando di evitare con grande attenzione di colpire i civili - spiega - I nostri militari forniscono corridoi sicuri per i civili, ma i neonazisti ucraini lo impediscono nascondendosi dietro i civili innocenti». Detto questo, un passaggio importante: «Non rinuncerò mai alla convinzione che russi e ucraini sono un unico popolo».

L’ATOMICA
Per dare più forza alle sue parole Putin torna quindi a mettere sul tavolo la minaccia nucleare, che poi è l’incubo che sta attraversando la mente di milioni di persone nel mondo. Ma stavolta non lo fa riferendosi ai sistemi di difesa russi. Chiama in causa direttamente l’Occidente. Come a dire: sono loro che ci vogliono attaccare, noi ci stiamo soltanto difendendo. «I militari russi stanno combattendo per la pace - insiste - per non avere una anti-Russia» creata dall’Occidente «che ci minaccia, anche con armi nucleari». Poi aggiunge: «Al ministero dell’Interno ucraino sono tutti neonazisti che insabbiano le prove sul fatto che usano civili come scudi umani». E spiega che la Russia ha alcuni «video» girati nel Donetsk che mostrano l’uso di queste «tattiche». «Sono i nazisti che combattono in questo modo, che usano questi metodi brutali. E in Ucraina sono spalleggiati anche da mercenari che arrivano dal Medio Oriente». 

LE PRESSIONI
Sul fronte interno, al di là delle manifestazioni di protesta, e alla pesante lettera della Lukoil, ieri è arrivata anche la presa di posizione del re degli scacchi, Garry Kasparov, che su Twitter ha invitato i russi a ribellarsi: «Se Putin non viene fermato ora, non gli viene impedito di distruggere l’Ucraina e commettere un genocidio contro il suo popolo, ci sarà una prossima volta e sarà contro la Nato, con una minaccia nucleare senza precedenti. Ogni elemento della società russa che può esercitare pressioni deve sapere che deve scegliere tra lui e tutto il resto». Secondo Kasparov, una vera star in patria, «la negazione di questa guerra da parte del mondo libero e decenni di pacificazione hanno permesso a Putin di minacciare e conquistare all’estero, trasformando la Russia in uno stato di polizia. Deve essere fermato perché - e il riferimento è chiaramente al nucleare - l’impensabile ora è diventato possibile».
 

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