Putin, i test nel Pacifico: i sottomarini, la propaganda interna e le tensioni con il Giappone

La flotta di Mosca si prepara a pochi chilometri da Hokkaido. Un test in vista dell'impiego in Ucraina? Non solo

Martedì 18 Aprile 2023 di Gianluca Cordella
Putin, i test nel Pacifico: i sottomarini, la propaganda interna e le tensioni con il Giappone

Più di 25 mila militari coinvolti, 89 aerei ed elicotteri, 167 navi da guerra, inclusi 12 sottomarini. Sono i numeri snocciolati dal Cremlino sul proprio sito ufficiale delle esercitazioni in mare dell'esercito russo, cominciate venerdì scorso. Test bellici che hanno incluso anche le ricerche sottomarine al largo della costa meridionale del Primorsky Krai, l'estremo Est della Grande Madre, praticamente (e storicamente) Manciuria, e nella Baia di Avacha, al largo della costa sud-orientale della penisola di Kamchatka. Mentre nel mare di Okhotsk, a ridosso dell'Oceano Pacifico, sempre tra terraferma russa e Kamchatka, ci sono stati altri test missilistici per «mettere a punto la prontezza dei mezzi all'uso delle armi». Numeri e piani sono stati illustrati ieri dal ministro della Difesa Sergei Shoigu al cospetto di Vladimir Putin, mentre questa mattina, quando in Italia era ancora notte, i militari si sono cimentati con un'ulteriore esercitazione incentrata sulla difesa aerea, simulando degli attacchi di un finto nemico alle flotte in mare. Lapidario lo zar che, nell'esprimere apprezzamento per i risultati delle prove belliche, ha ammesso che la flotta «può certamente essere utilizzata nei conflitti in qualsiasi direzione». L'Ucraina non è mai stata menzionata, e comunque il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov si è affrettato a sottolineare che gli scenari «turbolenti» su cui la Russia vigilia sono in realtà molti altri.

 

Perché questi test?

Resta da capire come mai la Russia, in un momento in cui è fortemente impegnata sul suolo ucraino, voglia disperere altre energie belliche per delle esercitazioni in altre aree. Una prima risposta è senza dubbio nella prova di forza che Putin vuole dare al mondo. Provando a dimostrare che nonostante i report sulle perdite quotidiane in Ucraina siano più sanguinosi ogni giorno che passa, Mosca quasi non se ne accorge e continua a fare la propria vita normale, anche dal punto di vista militare. Ma c'è di più. Secondo l'ex ufficiale dell'intelligence militare britannica Philip Ingram, i test nel Pacifico sono anche un modo per consolidare i legami con la Cina che a sua volta sta testando i nervi di Taiwan – e per dare un avvertimento al vicinissimo Giappone, che reclama ancora i propri diritti territoriali sulle Isole Curili, al largo della isola più settentrionale del Sol Levante, Hokkaido. Isole che sono contese da quando l'Unione Sovietica le annetté alla fine della Seconda guerra mondiale. E che dal 2022 non sono più oggetto di trattative, sospese da Mosca dopo che il Giappone ha sposato le sanzioni della Nato contro la Russia per l'invasione dell'Ucraina.

 

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Ma c'è anche un'altra scuola di pensiero. Secondo Andrew Latham, professore di relazioni internazionali al Macalester College di Saint Paul, Minnesota, la tesi dell'avvertimento a Usa e Giappone è poco probabile. «Non credo che Tokyo proprio adesso stia scalpitando per liberare le Curili, così come non credo che gli Stati Uniti siano a caccia di un corridoio per distrarre la Russia sul versante del Pacifico». E allora potrebbe trattarsi di test di routine, come in fondo li ha definiti Putin, ma con uno scopo diverso: dimostrare sì che l'esercito russo non sta accusando il contraccolpo della guerra in Ucraina, ma dimostrarlo non alle potenze internazionali, quanto piuttosto all'opinione pubblica interna che in alcuni casi comincia a interrogarsi sulla bontà dell'operazione militare su Kiev.

Dimostrare che l'esercito sta bene a tal punto da potersi concedere delle esercitazioni durante un conflitto equivale a dire alla gente che la situazione in Ucraina non è poi così preoccupante.

Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 09:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA