Putin, come finirà la guerra in Ucraina? L'ex diplomatico: «Saranno i governi occidentali a decidere. Lui non è un supereroe». I tre scenari

Quando Putin ha lanciato la sua invasione su vasta scala della vicina Ucraina, il Cremlino era certo di impadronirsi della capitale Kiev nel giro di pochi giorni

Martedì 14 Marzo 2023 di Cristiana Mangani
Putin, come finirà la guerra in Ucraina? L'ex diplomatico: «Saranno i governi occidentali a decidere. Lui non è un supereroe». I tre scenari

Quali conseguenze potrebbe avere per Vladimir Putin la perdita della guerra in Ucraina? E' uno scenario che molti analisti stanno ipotizzando, visto che - secondo l'Institute for the study of the war - la stessa portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, lascia intravedere delle spaccature all'interno del governo. Qualora l'invasione dell'Ucraina finisse con una sconfitta, il presidente russo potrebbe essere costretto a lasciare il potere.

Quando Putin ha lanciato la sua invasione su vasta scala della vicina Ucraina, il Cremlino era certo di impadronirsi della capitale Kiev nel giro di pochi giorni. Più di un anno dopo, la fine non sembra vicina. Mentre la Russia continua a spingere per impadronirsi della regione orientale del Donbass nella sua totalità, le truppe di Volodymyr Zelensky dovrebbero lanciare una nuova controffensiva contro le forze russe nei prossimi mesi.

L'analisi dell'ex diplomatico russo

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha spiegato giorni fa che le possibilità di vittoria della Russia in Ucraina si stanno riducendo, sottolineando che gli obiettivi di guerra di Putin potranno ora essere raggiunti solo con mezzi militari e con le battagle e non attraverso colloqui di pace. Se il leader russo non fosse in grado di ottenere questa vittoria alle sue condizioni, potrebbe essere costretto a dimettersi dalla carica, ha detto a Newsweek Boris Bondarev, ex diplomatico di Mosca che si è dimesso dopo l'invasione dell'Ucraina. «Putin può essere sostituito. Non è un supereroe - ha aggiunto Bondarev -. Non ha superpoteri. È solo un normale dittatore». L'ex diplomatico che ha 42 anni, ha lasciato il suo lavoro come esperto di controllo degli armamenti presso la missione diplomatica russa a Ginevra nel maggio 2022, ed è l'unico a essersi dimesso pubblicamente per la guerra. «Se guardiamo alla storia - ha aggiunto - , vediamo che questi dittatori sono stati sostituiti di volta in volta. Perché se perdono la guerra e non riescono a soddisfare i bisogni dei sostenitori, devono andare via».

 

Lo scenario

Bondarev ritiene che se i russi capiranno che la guerra è persa e Putin non avrà nulla da offrire loro in cambio, ci saranno «delusione e contrasti». «A quel punto - ha chiarito ancora l'ex diplomatico - potrebbero pensare di non aver più bisogno di lui. Penso che una volta che avranno accettato la perdita, si ritroveranno in una nuova situazione dove l'attuale presidente non servirà a molto. Quello che potrà offrire sarà solo paura e la minaccia di repressione contro il suo stesso popolo. In quel caso la situazione cambierà».

Vlad Mykhnenko,  esperto della trasformazione post-comunista dell'Europa orientale e dell'ex Unione Sovietica all'Università di Oxford, ha delineato tre potenziali scenari per una sconfitta russa. «Molto, se non tutto - ha spiegato -, dipenderà dalle modalità della sconfitta». Il primo scenario ipotizzato è quelo di una ritirata caotica causata da una «violenta offensiva dell'Ucraina su uno o più fronti» includerebbe un «enorme panico tra i 600.000 coloni russi post-annessione del 2014 in Crimea e i collaboratori russi nel Donbass, che cercheranno di scappare». Questo si tradurrebbe in un «rapido collasso in prima linea». «La situazione a Mosca procederà rapidamente, con i siloviki che spingeranno Putin fuori dal potere - è ancora l'analisi di Mykhnenko -. Non avrebbe la possibilità di dispiegare un'arma nucleare, come molti temono, perché quell'ordine sarà sicuramente sabotato su più livelli». 

La guerra di logoramento

Un altro scenario potrebbe vedere il ritiro dai combattimenti in stile prima guerra mondiale, «simile al crollo dell'esercito russo nel 1916-1917: l'attuale guerra lenta e di logoramento continuerà a lungo, con i soldati russi mobilitati, scarsamente equipaggiati, bloccati mesi e mesi in trincee fangose ​​e fredde sotto sbarramenti ucraini sempre più potenti. Questo porterebbe alla diserzione di massa - secondo l'esperto -, e causerebbe il crollo del fronte». A differenza del primo scenario, la situazione si svilupperebbe più lentamente e in modo meno drammatico, fornendo a Putin tempo sufficiente per cercare di ottenere un cessate il fuoco o un accordo a breve termine. «Ancora una volta - ha chiarito Mykhnenko -, non verranno dispiegate armi nucleari, anche perché non ci sarebbe più un esercito disponibile alle apetrture sul terreno che un attacco nucleare potrebbe fare». Questo scenario potrebbe vedere Putin accettare di dimettersi gradualmente «per fare spazio a un nuovo leader, a condizione che i Siloviki (un gruppo d'élite di uomini d'affari e leader russi) gli concedano l'immunità dall'accusa».

Il malcontento in Russia

Mykhnenko ha affermato che un terzo scenario potrebbe vedere la guerra in Ucraina infuriare per altri due anni, con un crescente malcontento in Russia, una lenta ritirata russa in alcuni luoghi e truppe che mantengono la linea del fronte in altri. «In questo caso, i Siloviki, uniti dalle élite economiche e finanziarie, cercherebbero di negoziare un accordo con Putin per dichiarare una vittoria, ma passando comunque il testimone a un successore designato. A differenza dei primi due scenari, questo è quello in cui Putin potrà avere il maggior potere contrattuale e la possibilità di salvarsi la vita».

Secondo l'ex diplomatico Bondarev, Putin potrebbe anche tentare di presentare come una vittoria qualunque piccolo guadagno abbia ottenuto in Ucraina. «Se gli viene pernesso di farlo - ha specificato Bondarev - potrà dire di aver vinto e cercherà di venderlo al suo pubblico cone questa narrazione. Anche se non sarà un lavoro facile, visto che la maggior parte dei russi non vuole la guerra, ma vuole la pace. I governi occidentali devono sapere che saranno loro a decidere come finirà la guerra e se Putin resterà al potere - ha poi concluso l'ex ambasciatore -. Possono far sì che perda, se riforniranno in tempi rapidi e in maniera sostanziosa l’Ucraina. Ma finora non si sono mossi in modo da portare alla sconfitta di Putin. Dovrebbero insistere, da subito, anche se lui ricorrerà ad altre minacce nucleari. Devono svelare il suo bluff e dar prova di forza per fermarlo. È l’unico linguaggio che capisce».

Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 09:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA