L'arsenale chimico di Putin, dai gas nervini alle bombe al fosforo: cosa sono e perchè è vietato usarli

Lunedì 11 Aprile 2022
L'arsenale chimico di Putin, dai gas nervini alle bombe al fosforo: cosa sono e perchè è vietato usarli

Crescono i timori sull'utilizzo di armi chimiche o batteriologiche da parte di Mosca. L'allarme arriva dagli Usa e dalla Nato e da fonti ucraine che accusano gli invasori, con foto e video diffusi sui social, di usare bombe al fosforo.

Pur non trattandosi di armi chimiche in senso stretto, queste ultime possono provocare danni estesi alla popolazione e inaspriscono il livello dello scontro dopo le notizie sull'uso da parte delle forze di Putin di bombe a grappolo, armi termobariche e missili ipersonici.

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COSA SONO

Le bombe al fosforo state vietate dalla Convenzione di Ginevra del 1980 anche se non rientrano nella classificazione ufficiale delle cosiddette armi chimiche. Ma in ogni caso questo tipo di munizioni è caratterizzata dal fosforo bianco, una sostanza gravemente tossica per ingestione e inalazione. Nel giro di pochi secondi il fosforo bianco provoca ustioni gravissime e molto dolorose. Quando viene in contatto con la pelle, brucia i tessuti provocandone la necrosi fino alle ossa. Anche l'inalazione dei vapori tossici rilasciati da tali munizioni può risultare davvero letale.

Secondo le convenzioni internazionali, l'uso del fosforo bianco è consentito solo per scopo di illuminazione, oppure per spaventare o per nascondere le proprie truppe. Può essere utilizzato per creare una cortina fumogena che ha come obiettivo quello di coprire la ritirata o impedire al nemico di avanzare. I russi non possono usarlo. 

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L'ARSENALE CHIMICO DI PUTIN

Non esistono ovviamente dati certi sull'arsenale chimico posseduto dalla Russia, anche perché Mosca, avendo aderito alla Convenzione sul bando delle armi biologiche del 1972 e a quella sulle armi chimiche del 1993, che prevede l'eliminazione delle scorte possedute, ha affermato di aver distrutto tutte le 40mila tonnellate di gas, dall'iprite ai nervini, ereditate dall'epoca sovietica. In realtà, secondo funzionari Usa e della Nato, la Russia avrebbe continuato i programmi di sviluppo sulle armi proibite e sarebbero ancora attivi diversi centri di ricerca, dove si producono Novichok e Sarin. L'uso di tossine letali o di spore batteriche da spargere in atmosfera - secondo le ricerche di Archivio Disarmo - rappresenta il metodo di offensiva maggiormente studiato in vari Paesi.

Quasi diecimila scienziati russi avrebbero lavorato, almeno fino al 1992, ad armi in grado di distruggere le colture e gli allevamenti di un paese nemico, ed ancora oggi l'esercito continuerebbe ad addestrare migliaia di soldati all'utilizzo dei gas. La Russia è stata accusata di aver usato armi chimiche in Siria nella guerra a sostegno di Bashar al Assad, che avrebbe colpito i civili con bombe al cloro e li avrebbe soffocati con il Sarin in almeno trecento attacchi.

Una delle sostanze più temute prodotte in Russia è il Novichok, usato nell'avvelenamento dell'oppositore del regime Alexei Navalny e dell'ex spia dell'intelligence militare di Mosca Sergej Skripal. Si tratta di gas nervini, che possono essere suddivisi in più composti non letali e trasportati quindi in modo più sicuro. Gli esperti concordano però sul fatto che se ci sarà un attacco chimico in Ucraina, avverrà attraverso armi comuni per lasciare dubbi sulla paternità. Proprio per confondere le acque, secondo gli analisti occidentali, Mosca continuerebbe ad accusare gli Usa e l'Ucraina di lavorare allo sviluppo di armi biologiche e avrebbe più volte denunciato l'uso di ammoniaca da parte degli avversari nel corso del conflitto. Esiste anche il timore che nella guerra vengano danneggiati, volontariamente o meno, i laboratori ucraini dove vengono conservati agenti patogeni che potrebbero scatenare epidemie potenzialmente gravi. Per questo l'Oms ha raccomandato al Ministero della Salute di Kiev di distruggerli in sicurezza.

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