Putin, Tricarico: «Vladimir è un po’ appannato. Zelensky cerca di fiaccare il suo avversario»

"Bisogna fare attenzione alla frontiera nord con la Bielorussia", sottolinea l'ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica

Giovedì 19 Gennaio 2023 di Marco Ventura
Putin è vivo? Tricarico: «Vladimir è un po’ appannato. Zelensky cerca di fiaccare il suo avversario»

Un clone di Putin al Cremlino? Zelensky dice di non sapere neppure se sia vivo o morto. E Peskov, il suo portavoce, è costretto a confermare che è in vita, poi dice che ha fatto il bagno tradizionale della Befana ma stavolta, a differenza delle altre, non c’è il video che lo dimostri. «Be’, in effetti Putin mi sembra sbiadito», commenta il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica e consigliere diplomatico di tre premier, oggi presidente della Fondazione Icsa. «Tengono di più il campo Peskov e il ministro degli Esteri, Lavrov.

Che cosa questo significhi non sappiamo; certo il morale di Putin non è alle stelle, come non lo è la sua vitalità, la sua intraprendenza e assertività. Non mi spingerei oltre. Si era pure detto che aveva il cancro, adesso Zelensky lo fa morire. Nessuno è in grado di verificare…».

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La sua idea?

«Non ho elementi, direi che il messaggio di Zelensky rientra nei tentativi di dare il colpo di maglio alla credibilità dell’operazione russa in Ucraina; forse fa parte della guerra di propaganda, o psicologica, per fiaccare il morale dell’avversario. Va poi notata la differenza nella comunicazione in Russia dalla prima fase del conflitto: prima era monolitica, improntata alla narrazione e alla retorica di Putin. Oggi si vedono le crepe, le più visibili sono le critiche alla condotta militare e provengono da falchi diventati avvoltoi, primi fra tutti il capo di Wagner, Prigozhin, e il leader ceceno Kadyrov».

E questo a cosa può portare?

«Se queste distonie siano premonitrici a Mosca di qualche cambiamento o cedimento dell’apparato non è dato saperlo, ma non c’è dubbio che, in guerra, criticare apertamente la condotta del ministro della Difesa o del capo di Stato maggiore delle forze armate non va ad aumentare il già scarso morale e la fiducia di chi combatte o la credibilità di chi comanda. Questo potrebbe essere un preallarme di qualcosa di più».

Andiamo sul campo: la riunione del Gruppo di Contatto per la Difesa dell’Ucraina, oggi, sarà decisiva?

«È un incontro fondamentale, intanto per definire la linea che non potrà non essere confermata: il sostegno a Kiev, con l’individuazione degli aiuti in questa fase specifica. Il pallino ce l’hanno gli Stati Uniti, che l’hanno convocata: nella grammatica istituzionale questo stona un po’, perché fori di dialogo e consultazione sono già previsti dall’art. 4 del Patto Atlantico. La Nato è un’alleanza difensiva, che sicuramente nulla ha a che vedere con queste riunioni del gruppo di contatto, che difensive non sono».

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«C’è bisogno di coordinamento, più che di riunioni. Gli aiuti riguardano la fase attuale che sembra preludere a una controffensiva degli ucraini, che non sarebbero concentrati soltanto sulla difesa, ma sulla riconquista dei territori sottratti e annessi dai russi, compresa la Crimea. Un ruolo cruciale lo giocheranno i carri armati pesanti, così come i missili ucraini in grado di raggiungere facilmente la Crimea, e il rafforzamento dei sistemi di difesa per neutralizzare i missili russi che paiono diventati più insidiosi e letali. Il rafforzamento riguarda sia il numero sia la qualità degli strumenti militari, quelli che si preparano per l’Ucraina sono molto ma molto più efficaci di quelli utilizzati finora. Significativa la posizione di Israele, anche se non si è ben capita, perché Israele è in possesso del più efficace sistema di difesa aerea al mondo, ma non ha voluto deteriorare il proprio rapporto con la Russia in Siria. Anche l’Italia dovrebbe dare una mano sulla difesa aerea, col Samp-T. Possiamo darne una batteria, ma dobbiamo anche spiegare all’opinione pubblica che cedendo questo sistema, indeboliremmo la difesa nazionale. Che già non è al massimo».

E quindi?

«Ovvio che non si può deflettere dalla linea confermata e rinvigorita da Giorgia Meloni di aiutare l’Ucraina in tutto ciò di cui ha bisogno. L’Italia, poi, ha un prodotto pregiatissimo, un comparto nel quale avremo nei prossimi mesi la professionalità più spiccata in Europa: l’intelligence».

Ci sarà o no la grande offensiva russa in primavera?

«Bisogna fare attenzione alla frontiera nord con la Bielorussia. Inoltre, io non ho una stima sul livello delle scorte negli arsenali russi, ma i morti di questi giorni sono dovuti spesso alla conversione di missili per la difesa aerea in missili terra-terra. E questo la dice lunga sulla loro efficacia. Se l’offensiva ci sarà, non sarà devastante né di lungo periodo».

Ultimo aggiornamento: 22:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA