Le sconfitte e le perdite di vasti territori che erano stati conquistati nella regione di Kherson all'inizio dell'invasione; una guerra che doveva essere lampo e si sta trasformando in un pantano "afghano"; il crescente effetto delle sanzioni economiche; un rapporto che si è fatto sempre più gelido con i Paesi in cui pensava di trovare sostegno, a partire dalla Cina. Ecco la sintesi di come sta andando la guerra in Ucraina e ora Putin sta reagendo.
Putin e l'accentramento del potere
Di fronte a una situazione sempre più deludente, con i falchi che fanno pressioni e una parte sia pure minoritaria dell'opinione pubblica che protesta o fugge per evitare l'arruolamento di massa, Vladimir Putin ha reagito con il riflesso condizionato tipico degli autocrati: non si fida più di nessuno e punta ad accentrare il potere dirigendo in prima persona le operazioni militari.
Dopo avere rimosso, per mesi, i generali, ora li scavalca decidendo da Mosca le mosse sul campo.
La mossa di un autocrate in difficoltà
Anche la scelta di ricorrere all'arruolamento di massima, con una mobilitazione che a parole riguarda 300mila civili (persone che in passato hanno prestato servizio militare e hanno ricevuto un sommario addestramento) ma secondo gli analisti interesserà un milione di uomini (per questo chi può, soprattutto i giovani di famiglie ricche, sta fuggendo all'estero), appare la mossa di un autocrate in evidente difficoltà, visto che aveva promesso al suo popolo di prendere Kiev in pochi giorni. Ora si tratta di capire come questa accelerazione possa cambiare le sorti del conflitto, dell'Ucraina e della Russia. E forse del mondo.
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