Francia, gilet giallo si barrica con una granata e minaccia: «Macron ci riceva». Poi si arrende

Venerdì 23 Novembre 2018
Francia, gilet giallo minaccia: «Ho una bomba, Macron ci riceva»

L'uomo asserragliatosi da questo pomeriggio nell'autolavaggio di un centro commerciale di Angers, nell'ovest della Francia, dichiarando di avere dell'esplosivo nello zaino si è arreso, senza incidenti, alle teste di cuoio intervenute sul posto: è quanto riferisce Bfm-Tv.

L'uomo, di 45 anni, minacciava di usare il presunto esplosivo se il presidente Emmanuel Macron non avesse accettato di ricevere i gilets-jaunes. Intorno alle 22:45, dopo una lunga trattativa con le teste di cuoio, si è finalmente arreso agli agenti.

Alta tensione dunque in Francia alla vigilia della manifestazione indetta dai gilet-gialli a Parigi. Nella zona dove si er asserragliato l'uomo, subito presidiata dalle forze dell'ordine, sono giunti artificieri e teste di cuoio per una lunghissima trattativa mentre l'autore del gesto dichiarava di aver poi disinnescato la granata, rassicurando sui rischi del suo gesto.

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Il ministro dell'Interno, Christophe Castaner, ha confermato che l'uomo, probabilmente già noto alle forze dell'ordine per traffico di droga, ha mostrato la «granata esplosiva» di cui era in possesso. Più prudente, il prefetto, Yves Gambert, che si è limitato a parlare di «un oggetto che assomiglia a una granata lacrimogena». In ogni caso sono stati evacuati, per motivi di sicurezza, tutti i civili e le vicine uscite dell'autostrada A87 sono state chiuse.

I gilet gialli, presenti nella zona, deplorano la folle azione di un singolo e prendono le distanze da quanto accaduto:
«Non appartiene al nostro gruppo - assicurano citati dai media - è arrivato distribuendo dei volantini con le istruzioni per fabbricare una bomba».

Ma il clima è e resta teso: nella sesta giornata consecutiva di mobilitazioni, pacifiche in gran parte dei casi, sono stati in 5.174 a manifestare col blocco di strade e siti strategici. Numeri irrisori, rispetto ai 290.000 di sabato scorso, anche se tutti gli occhi sono puntati sulla manifestazione di domani a Parigi. La polizia è pronta a schierare 5.000 agenti tra poliziotti e gendarmi, in particolare, in luoghi simbolo del potere come l'Eliseo.

Ed è polemica sul luogo della manifestazione: contrariamente a quanto previsto dai gilet-gialli, che volevano formare una marea umana in Place de la Concorde, il piazzale con l'obelisco in fondo all'Avenue des Champs-Elysées e a due passi dall'Eliseo, le autorità hanno imposto di circoscrivere la manifestazione sull'altra sponda della Senna, a Champ-de-Mars, l'immenso pratone dominato dalla Torre Eiffel - domani rigorosamente chiusa a tutti - meno a rischio per l'ordine pubblico. E soprattutto, deplorano alcuni manifestanti, molto più difficile da riempire, viste le sue dimensioni di sproporzionata 'grandeur'.

Quasi in segno di sfida alle direttive di ordine pubblico impartite dal governo, la leader del Rassemblement National, Marine Le Pen, denuncia una «decisione politica» e su Twitter suggerisce ai manifestanti di andare comunque a protestare sui Campi-Elisi. Da parte sua, il prefetto di Parigi, Michel Delpuech, ha avvertito che «nessuno» potrà passare per il celebre viale parigino e Place de la Concorde verrà chiuso al pubblico. Su Facebook, sono in 35.000 a indicare che parteciperanno alla manifestazione spontanea nata grazie al tam tam dei social e 216.000 si dicono interessati. Obiettivo, si legge sul gruppo Facebook "Atto II. Tutti a Parigi" è «dare un colpo di grazia e convergere tutti sulla capitale». Secondo Castaner, dall'inizio della mobilitazione, sono 620 civili e 136 agenti in uniforme a essere rimasti feriti nel corso delle proteste. Mentre Macron cerca una rapida via d'uscita per placare la rivolta, il ministro dell'Interno invita tutti gli «organizzatori alla responsabilità. Garantiremo libertà di espressione, ma non c'è libertà di espressione senza ordine pubblico». 


 

Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA