Città del Vaticano – Si alza ancora lo scontro tra il presidente del Nicaragua, Daniel Ortega e il Vaticano.
Il discorso è stato fatto in occasione del quarantatreesimo anniversario della fondazione della polizia nicaraguense ed è la risposta alle critiche e all'opposizione che la Chiesa locale sta facendo ad un regime sempre più autoritario e asfissiante caratterizzato da un governo formato da un cerchio magico composto da parenti, amici e militari corrotti. «Da quando i preti sono qui per inscenare un colpo di stato? E da quando hanno l'autorità per parlare di democrazia?”, ha chiesto il leader sandinista. Ortega ha detto che se la Chiesa cattolica vuole parlare di democrazia, dovrebbe iniziare «eleggendo il Papa, i cardinali, i vescovi».
L'escalation è partita agli inizi di quest'anno quando Ortega ha espulso il nunzio apostolico, monsignor Waldemar Sommertag con un pretesto. Poco prima era stato mandato in esilio forzato da Papa Francesco – pur di andare incontro alle richieste del governo di Managua e cercare di trovare una composizione– monsignor Silvio Baéz, vescovo ausiliare di Managua che oggi vive a Miami, in Florida. Ma nemmeno il 'sacrificio' all'altare della realpolitik di Baez è servito. Ortega ha proseguito il suo cammino ostile.
Secondo il sito para vaticano Il Sismografo, sempre bene informato, sarebbe ora imminente l'uscita forzata dal Paese di un altro vescovo: monsignor Rolando Alvarez, vescovo di Matagalpa e Amministratore apostolico di Estelì, agli arresti domicilari da oltre un mese. Ma la lista dei religiosi che in questi ultimi anni ne hanno fatto le spese è piuttosto lunga. Diversi sacerdoti sono stati allontanati dagli incarichi, altri non hanno ottenuto il visto per entrare nel paese, le suore di Madre Teresa cacciate in blocco come fossero sovversive e lo stesso destino ha riguardato le suore della Croce del Sacro Cuore di Gesù dovute riparare in fretta e furia in Messico.
E' evidente l’aggravarsi della crisi dei diritti umani fondamentali in Nicaragua e la ripresa di una brutta oppressione della Chiesa cattolica locale, con una continua serie di arresti di persone critiche verso il regime Ortega senza formulazione di capi di accusa sostenibili. Nel frattempo è stato messo il bavaglio alla stampa, chiuse diverse ong fino ad indurre sia il parlamento europeo che l'Onu a stigmatizzare questa escalation.
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