Oligarchi russi tra yacht, ville (anche in Toscana e Sardegna) e jet privati: i beni segreti degli amici di Putin da 17 miliardi

La maxi inchiesta del Guardian e della Organized Crime and Corruption Reporting Project che aggiornerà sulle proprietà dei magnati russi

Martedì 22 Marzo 2022 di Marco Prestisimone
Oligarchi russi tra yacht, ville e jet: i beni segreti. I 17 miliardi di asset anche in Italia (in Toscana e Sardegna)

Ville, yacht, proprietà, asset di ogni tipo. Con un valore (momentaneo) di oltre 17 miliardi di dollari, inclusi conti bancari offshore e dimore in tutto il mondo tra Londra, Toscana, Sardenga e Costa Azzurra. È il risultato della maxi inchiesta realizzata dalla Organized Crime and Corruption Reporting Project, dal Guardian e da altri organi di informazione internazionale per quello che è destinato a diventare un Wikipedia degli oligarchi russi che hanno legami con Putin. Ne sono stati trovati 35 grazie ai nomi fatti dal leader dell'oppositore Navalny (oggi condannato a 9 anni per «frode su larga scala»). C'è Roman Abramovich e altri nomi dei più potenti volti dell'economia russa ma non solo. 

Il progetto di tracciamento degli asset registrerà le risorse al di fuori della Russia dove saranno presenti prove che confermino collegamenti con queste persone. L'organizzazione di Navalny ha scritto ai governi occidentali chiedendo che i nomi nella sua lista fossero presi in considerazione per sanzioni e da allora tutti tranne uno sono stati inseriti nella lista nera da Stati Uniti, UE, Regno Unito o Canada.

Tra gli oligarchi nella lista ci sono i quattro più ricchi della Russia, oltre a capi di società controllate dallo stato, emittenti televisive, capi di agenzie di spionaggio, ministri, consiglieri politici e governatori regionali. L'asset tracker russo ha identificato proprietà o appezzamenti di terreno nel Regno Unito - per un valore complessivo di oltre mezzo miliardo di dollari - collegati tramite società, trust o parenti a quattro figure di spicco nell'elenco di Navalny: Roman Abramovich, Alisher Usmanov, Oleg Deripaska e Igor Shuvalov. 

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Tutte le proprietà segrete degli oligarchi russi

La ricerca, che verrà continuamente aggiornata, finora ha raccolto 145 beni (risalenti la maggior parte dal 2020 ad oggi) di cui 35 palazzi, 43 appartamenti e altri 27 immobili. Più 7 yacht, 11 jet privati ed elicotteri. Un patrimonio da oltre 2 miliardi di dollari nelle mani solamente di sei di loro. 

Alcuni di questi sono di dominio pubblico, come la villa di Belgrave Square di Deripaska nel centro di Londra, che è stata vittima di occupanti abusivi la scorsa settimana, così come i superyacht Dilbar, Lena e Amore Vero, collegati agli oligarchi Usmanov, Gennady Timchenko e Igor Sechin. Altri però sono spesso passati inosservati oppure in segreto. 

Al di fuori del Regno Unito, l'asset tracker russo ha scoperto 26 beni collegati a Deripaska, ritenuto l'industriale preferito di Putin. Tra questi un hotel sulle Alpi austriache, un superyacht, una nave col eliporto da 60 metri e proprietà di lusso a Londra, Parigi, Washington, New York e quattro ville in Sardegna

E ancora: due jet privati ​​– un Gulfstream G650 da 65 milioni di dollari e un Bombardier Global Express – collegati a Shuvalov, l'ex primo vice primo ministro russo. Shuvalov è anche collegato a tre proprietà di lusso per un valore complessivo di circa 35 milioni di dollari in Austria, in Toscana in Italia e a Dubai. Peskov invece ha un costoso appartamento a Parigi mentre Tokarev una lussuosa proprietà sull'isola di Lussino in Croazia. Molte delle attività meno note - riporta il Guardian - sono detenute tramite società di comodo con sede in giurisdizioni segrete offshore e fondi fiduciari, il che le rende più difficili da rintracciare. I beni sono stati confermati da fonti pubblicamente disponibili, dai database dei conti offshore Consortium of Investigative Journalists' e da fonti di intelligence. 

 

Le reazioni degli oligarchi

Abramovich, Tokarev, Peskov e Shuvalov non hanno commentato l'inchiesta mentre un portavoce di Deripaska ha dichiarato al Guardian: «Non è chiaro come la pubblicazione di questo tipo di inventario dei beni possa servire all'interesse pubblico. A meno che, ovviamente, per "interesse pubblico" non si intenda incoraggiare gli squatter ad occupare proprietà private, come hanno fatto con una casa londinese appartenente ai parenti del signor Deripaska. Tutte le proprietà e i beni che possiede sono stati acquisiti con mezzi equi. La frenesia mediatica in corso, per quanto deplorevole com'è, non dà certamente a nessuno il diritto di chiamare il signor Deripaska un cleptocrate. La caccia alle streghe in Russia di cui il signor Deripaska è diventato una vittima è guidata interamente da motivazioni politiche». Un portavoce di Usmanov ha aggiunto: «L'intero capitale di Usmanov è stato costruito attraverso investimenti di successo, a volte rischiosi, nonché attraverso una gestione efficace dei suoi beni, che è l'essenza del business. Pertanto, definire la fonte del suo denaro come "non trasparente" è intrinsecamente errato e danneggia la reputazione di Usmanov come imprenditore onesto e filantropo».

Ultimo aggiornamento: 16:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA