L'ex All Black, Craig Green dopo la strage di Christchurch: «Nazione forte e felice non ci faranno cambiare stile di vita»

Sabato 16 Marzo 2019 di Paolo Ricci Bitti
L'ex All Black, Craig Green dopo la strage di Christchurch: «Nazione forte e felice non ci faranno cambiare stile di vita»

«Sono nato a Christchurch, ho casa a 150 metri dalla moschea attaccata: si figuri come sto. Ho passato la notte al telefono con mia sorella, pure lei abita in città».
Craig Green è uno dei leggendari All Black che vinsero la prima coppa del mondo di rugby nel 1987. La venerazione per Totti può dare una pallida idea della sua notorietà. Ha 57 anni e da quasi 30 vive in Italia, Veneto in prevalenza: ora allena il San Donà nella massima serie dopo aver vinto scudetti con il Benetton Treviso come ala e come tecnico.

«Non capiamo che cosa possa motivare tanto orrore. La Storia è a una svolta nel mio paese».

L'odio contro i musulmani e i migranti?
«Ma se non comprendo nemmeno quello di cui sento parlare qui in Italia, dove pure i disperati arrivano a migliaia con i barconi? Come posso credere a moventi razzisti o religiosi in Nuova Zelanda dove atterrano al più mille rifugiati l'anno e tutti organizzati e pianificati. Il mio paese, vasto quanto l'Italia, ha solo 4,5 milioni di abitanti».

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Lo spazio e il lavoro non mancano.
«Assolutamente no. Arrivano tanti musulmani e anche tanti cinesi, ma perché è l'economia che li richiede. E poi, data la giovane storia nazionale e l'isolamento geografico, non c'è alcuna similitudine con gli scenari storici europei funestati da tanti attentati in questi ultimi anni».

Torna in patria quasi ogni anno: aveva notato qualche segno di insofferenza per i migranti musulmani ?
«Macché, nulla di nulla, semmai di integrazione. Da quel che so molte delle povere vittime in quelle moschee sono sì musulmane, ma da immigrati di seconda generazione, insomma, neozelandesi a tutti gli effetti ».

Come reagirà una nazione dalla tempra forte, capace di sacrificare i suoi giovani per la libertà della remota Europa nei due conflitti mondiali?
«Per ora siamo choccati, ma sono certo che lotteremo per non cambiare il nostro stile di vita: siamo un paese forte e felice.

Credo che il governo laburista stia lavorando bene e sopporteremo più controlli: ad esempio, la legge sul porto d'armi è severa, come ha fatto l'australiano a procurarsene tante? E poi gli accertamenti agli aeroporti sono strettissimi: le scarpe non devono avere tracce di fango. A ogni modo non cederemo. Ho due figli di 18 e 17 anni: per me e mia moglie potrebbero partire anche domani per Christchurch».

Paolo Ricci Bitti
 

Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 21:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA