Nobel ad Handke, le Madri di Srebrenica chiedono la revoca del premio

Venerdì 11 Ottobre 2019
Lo scrittore Peter Hadke, Nobel per la letteratura
Le ferite delle guerre fratricide nei Balcani, di cui portano i segni indelebili i popoli della regione, si sono riaperte dolorosamente con l'assegnazione ieri del Nobel per la letteratura a Peter Handke, il controverso scrittore austriaco del quale sono note le posizioni apertamente filo-serbe.

Handke non ha mai nascosto il suo sostegno a Slobodan Milosevic, l'uomo forte jugoslavo per il quale nutrì ammirazione fino all'ultimo partecipando ai suoi funerali nel 2006, e in Bosnia è accusato di negare i crimini compiuti dai serbo-bosniaci di Ratko Mladic e Radovan Karadzic, a cominciare dal massacro di ottomila musulmani a Srebrenica nel luglio 1995 e dall'assedio di Sarajevo.

Per questo oggi le
Madri di Srebrenica, sdegnate e amareggiate, hanno chiesto ufficialmente al Comitato per il Nobel di revocare l'assegnazione del riconoscimento a Peter Handke. «Un uomo che ha difeso i carnefici delle guerre balcaniche non può ricevere un tale riconoscimento», ha detto Munira Subasic, presidente delle Madri di Srebrenica, l'associazione che si batte per ottenere giustizia per i propri cari e per tutte le vittime dei crimini perpetrati dai serbi nel conflitto del 1992-1995 in Bosnia.

E una petizione per il ritiro del premio Nobel a Handke è stata avviata sulla piattaforma Change.org. Di decisione «scandalosa e vergognosa» del Comitato per il Nobel ha parlato il membro bosgnacco musulmano della presidenza tripartita bosniaca Sefik Dzaferovic, mentre Zeljko Komsic, componente croato della presidenza e attuale presidente di turno di tale organo collegiale, ha annunciato l'invio di una lettera di protesta all'Accademia delle scienze svedese e al Comitato per il Nobel.

Di tono diametralmente opposto la reazione di Milorad Dodik, il membro serbo della presidenza bosniaca che, congratulandosi con Handke, definito «grande amico dei serbi», gli ha inviato un messaggio di auguri. Handke, ha detto, «quando in tanti nel mondo tacevano, si è opposto apertamente ai bombardamenti Nato contro i serbi in Serbia e in Bosnia».

Anche in Kosovo, teatro dell'ultima sanguinosa guerra nei Balcani, il Nobel a Peter Handke ha scatenato una serie di reazioni sdegnate e una condanna unanime. «Una persona che difende un mostro come Milosevic non merita alcun riconoscimento letterario, figuriamoci il premio Nobel», si legge in una analoga petizione con la richiesta di revoca del riconoscimento allo scrittore austriaco.

Handke si oppose ai raid decisi dalla Nato contro la Serbia nella primavera 1999 per indurre Milosevic a porre fine alle repressioni e alla pulizia etnica in Kosovo e a ritirare le sue truppe da quel territorio, provincia meridionale serba a maggioranza albanese che proclamò l'indipendenza nel febbraio 2008.

Se Bosnia e Kosovo hanno reagito con sdegno e rabbia al riconoscimento, il Nobel a Peter Handke è stato accolto al contrario con gioia e soddisfazione a Belgrado, dove scrittori, intellettuali e esponenti politici, a cominciare dal ministro della cultura Vladan Vukosavljevic, si sono congratulati con lo scrittore austriaco.
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