Redistribuzione fra i Paesi Ue di almeno 5-10mila migranti ogni anno, ma su base volontaria, e aiuti a carico di chi sceglie di non accogliere. Per ora si tratta dell’idea contenuta in un documento interlocutorio che circola fra le capitali e sulla base del quale si misurano le reazioni dei Ventisette.
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Ma l’obiettivo della Repubblica Ceca, che fino a fine anno ha il timone della presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, è rompere lo stallo sul dossier migrazione. E trovare un compromesso, dopo tanti tentativi andati a vuoto, per mettere a punto il primo pilastro di quella strategia comune «per la gestione degli sbarchi e delle rotte migratorie», evocata ieri dal vicepremier Antonio Tajani in un’intervista con Il Messaggero.
IL PIANO
Il piano Ue passa anche dai ricollocamenti dei richiedenti asilo dagli Stati di primo arrivo al resto dell’Ue: una delle tradizionali richieste, cioè, dei Paesi mediterranei all’indirizzo dei partner del Nord e dell’Est Europa, che finora hanno tenuto in ostaggio l’approccio unitario sulla riforma del sistema di accoglienza, il Patto Ue sulle migrazioni e l’asilo proposto nel settembre di due anni fa dalla Commissione europea. È un «lavoro in corso», confermano fonti vicine all’esecutivo di Praga, in vista, in particolare, della riunione dei ministri dell’Interno in agenda l’8-9 dicembre a Bruxelles: entro fine novembre dovrebbe essere chiaro se sul tema si potrà fare il salto di qualità e se un confronto tra i Ventisette potrà essere inserito all’ordine del giorno del Consiglio Affari Interni.
LA FRANCIA
Intanto l’Italia dovrà accontentarsi del sostegno francese promesso dal ministro dell’Interno Gérald Darmanin. Ieri infatti, dopo lo sbarco dei primi migranti dalla nave di Humanity, Parigi ha confermato che farà la propria parte. Se i dettagli non sono chiari (si terrà domani una riunione fra i responsabili della sicurezza e dei servizi immigrazione) ciò che è noto è che una delegazione partirà per l’Italia per esaminare i candidati (donne e bambini). Oltralpe la questione è delicatissima, in questa fase la maggioranza di Macron è in difficoltà sia con l’estrema destra che con la coalizione di sinistra: «Sono settimane che lo sappiamo - dice una fonte degli Interni - con il nuovo governo in Italia ci sarà un problema sulla questione dei porti, perché anche in Italia la concorrenza tra Lega e FdI è tale che nessuno può fare un passo indietro. E in Francia è lo stesso: con il Rassemblement National di Marine Le Pen molto forte, che succede se una nave arriva a Marsiglia e cominciano a sbarcare senegalesi e tunisini?». Per il governo francese oggi è importante che i battelli non arrivino a Marsiglia in pratica. Per questo, il criterio di Parigi è di far arrivare solo chi sarà accolto per evitare il rischio di doversi esporre alle critiche per aver fatto aumentare il numero dei clandestini.
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