Era di gran lunga la nave da guerra più potente del Mar Nero, quella che avrebbe dovuto guidare l'assalto navale a Odessa. Ma sull'incrociatore lanciamissili Moskva, colpita probabilmente dalle forze ucraine con i razzi Neptun, si è aperto un giallo. Perché la Russia ha confermato le esplosioni a bordo, attribuendole però a un incendio nel deposito di munizioni. Evacuato l'intero equipaggio (510 marinai russi) della nave che era stata una di quelle protagoniste del famoso attacco a Snake Island, quando i marinai avevano rifiutato la resa con un audio che poi aveva fatto il giro del mondo.
La nave Moskva
Moskva va considerata come una batteria missilistica mobile da 12.500 tonnellate e 190 metri. Trasportava abbastanza missili anti-nave per spazzare via l'intera marina ucraina e abbastanza missili per la difesa aerea per spazzare via qualsiasi possibile attacco aereo. La sua importanza l'ha reso uno dei principali bersagli dell'esercito ucraino. Eppure non è una nave nuovissima: è entrata in servizio nella marina sovietica nel1982 ed è nata (anche) con l'obiettivo di affrontare in mare aperto le navi da guerra della Nato. Imballa 16 lanciatori fissi per missili anti-nave P-1000 con una portata di 300 miglia, tubi verticali per 64 missili di difesa aerea S-300 con una portata di 56 miglia, lanciatori ferroviari per 40 missili Osa per l'autodifesa aerea più uno stuolo di cannoni: due cannoni da 130 millimetri che possono colpire bersagli a 15 miglia di distanza più cannoni per l'autodifesa. Più lanciasiluri e un elicottero. La Moskva ha guidato l'assalto marittimo della marina russa alla Repubblica di Georgia nel 2008, proteggendo tre navi anfibie che sono sbarcate con i battaglioni di fanteria navale.
Il valore dell'operazione
Se gli ucraini hanno davvero colpito la Moskva con uno o due missili Nettuno, significa che sono riusciti prima a mettere insieme, equipaggiare e schierare almeno una batteria completa con tutti i suoi sistemi di supporto, nel mezzo di una guerra devastante. Significa anche che hanno fornito dati di puntamento accurati alla batteria, tramite un drone, un radar terrestre o qualche altro sensore. La campagna navale per il momento non ha dato alla Russia i frutti sperati: la flotta russa del Mar Nero ma non è stata in grado di sopprimere completamente le difese costiere dell'Ucraina. Queste difese - mine, missili anticarro, missili balistici a lungo raggio e droni armati - rendono qualsiasi operazione anfibia contro un porto ucraino estremamente rischiosa. E il destino della nave da sbarco russa Saratov, che ha preso fuoco il 24 marzo mentre si trovava nel porto occupato di Berdyansk, ne è la dimostrazione.