La Russia ha perso ieri la sua arma più importante nel Mar Nero. L'incrociatore missilistico Moskva è la nave militare più grande mai affondata dalla seconda guerra mondiale.
Ufficialmente, secondo il Cremlino, l'incidente sarebbe scaturito da un incendio divampato a bordo e la nave sarebbe affondata mentre veniva rimorchiata. Dall'Ucraina invece rivendicano l'attacco e la vittoria militare. Ma come sono riusciti a colpire un incrociatore così tecnologicamente sofisticato e armato?
La strategia degli ucraini
Una lettura la fornisce l'esperto di guerra Chris Owen, secondo cui l'esercito ucraino avrebbe usato un drone Bayraktar TB-2 per "distrarre" i radar della nave, in modo da poter colpire al fianco l'incrociatore. Gli UAV sono spesso utilizzati per monitorare i movimenti delle flotte e anche per attaccare. Secondo l'esperto, il radar del Moskva avrebbe un campo visivo di soli 180 gradi, utilizzato per guidare i missili S300.
Some thoughts on the apparent sinking of the Russian Black Sea flagship Moskva: if confirmed, it's likely to go down in history as one of the most audaciously successful attacks in modern naval history. /1 pic.twitter.com/hWlLdbNMxP
— ChrisO (@ChrisO_wiki) April 14, 2022
Così, il drone sarebbe decollato spostando l'attenzione dei sistemi di difesa e nel frattempo sarebbe stato lanciato un missile Neptune dalla costa, che sarebbe andato a segno. Ad aiutarli, il mare in tempesta, che avrebbe contribuito a celare l'attacco. Una mossa studiata nei minimi dettagli, dunque. Questo tipo di missili di progettazione ucraina sono a disposizione dell'esercito solo dal 2019. L'attacco al Moskva sarebbe dunque tra i primi con questo tipo di armi.
La certezza della strategia militare non ci sarà mai, molto probabilmente. Quel che è sicuro, è che il Moskva è affondato, lasciando la Russia in estrema difficoltà nel Mar Nero e costretta a rivedere i piani d'attacco per la conquista di Odessa, che dopo questo evento è diventata estremamente più complicata.