Missili Polonia, il generale Tricarico: «Se è stato un atto deliberato da parte della Russia, la minaccia nucleare è più concreta»

«Non è il momento di scelte avventate, ora bisogna puntare tutto sul dialogo»

Martedì 15 Novembre 2022 di Michela Allegri
Missili Polonia, il generale Tricarico: «Se è stato un atto deliberato, la minaccia nucleare è più concreta»

Il generale Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, non ha dubbi: «È impensabile che si tratti di un atto deliberato: da parte della Russia sarebbe una scelta suicida, non ha più risorse per portare avanti questo conflitto». Ma, se così fosse, la minaccia nucleare sarebbe più concreta che mai: «Mosca ormai non ha altre armi a disposizione». Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina due missili sono arrivati sul territorio della Nato e, se si trattasse di un atto deliberato, le conseguenze potrebbero essere disastrose.

Generale, è verosimile che la Russia possa decidere di attaccare un paese della Nato a questo punto del conflitto?
«È insensato pensare che come trovata ingegnosa per uscire dall’impasse in cui si è venuta a trovare la Russia scelga di bombardare la Polonia. È una missione suicida.

Sarebbe un atto di masochismo da parte di Mosca, che ormai non dispone più di molte armi di precisione. I depositi russi sono quasi vuoti, perché l’industria militare non ha la capacità di rifornire gli arsenali».

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L’articolo 5 della Nato prevede l’intervento militare in caso di attacco a un paese membro dell’alleanza. Come deve procedere la comunità internazionale?
«La comunità internazionale si deve allertare, è il momento di mantenere i nervi saldi. La cosa più probabile è che si tratti di un errore. È necessario valutare con cura e con attenzione l’episodio. In ogni caso le decisioni non devono essere prese a caldo. Oggi non ci vuole un’ulteriore escalation del conflitto, non ci vuole una reazione mentre tutto si sta affievolendo, per stanchezza, per indisponibilità di mezzi e di risorse e di capacità militari serie. Le parti stanno iniziando a dialogare in modo concreto. La comunità internazionale deve valutare la situazione con freddezza e con accuratezza tecnica. È necessario reperire tutte le informazioni possibili, recuperare i rottami, capire se potevano esserci nelle vicinanze obiettivi ucraini e militari. Solo dopo avere condotto gli accertamenti sarà il momento di prendere una decisione, sperando che non ci sia un’escalation nel momento della speranza. Proprio in questi giorni sembrava possibile un’apertura, una soluzione, dopo i semi lanciati nel corso dei colloqui di altissimo livello che si sono tenuti».

 

Se si trattasse di un atto deliberato la minaccia nucleare quanto sarebbe concreta?
«La minaccia nucleare è sempre sullo sfondo di questa guerra, è stata presente dal primo momento del conflitto. Putin ha sempre lasciato intendere che in caso di attacco al territorio russo reagirà con ogni mezzo. È una minaccia concreta, esplicita. Anche perché ormai Putin non ha altri mezzi a sua disposizione per andare avanti e fronteggiare un acuirsi della guerra. Proprio per questo motivo è necessario più che mai agire con estrema freddezza. Serve ragionare sulla base di fatti certi per appurare le reali intenzioni della Russia, prima di prendere decisioni concrete. Nessuno può leggere nella mente di una persona come Putin, che deve ormai combattere a mani nude, che è isolata, che non ha più nessuna prospettiva, nemmeno quella di rimanere in carica e nemmeno per quanto riguarda la sua stessa vita».

Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 18:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA