Caccia russo lancia missile contro un aereo britannico, solo un problema tecnico ha evitato la Terza guerra mondiale

La rivelazione nei "Pentagono leaks": l'episodio lo scorso settembre

Venerdì 14 Aprile 2023 di Mauro Evangelisti
Caccia russo lancia missile contro un aereo britannico, solo un problema tecnico ha evitato la Terza guerra mondiale

Spazio aereo internazionale sul Mar Nero, vicino alla penisola della Crimea occupata dai russi.

Un aereo da ricognizione della Raf, Royal Air Force, l'aeronautica militare britanica, è in volo per normali controlli, quando viene intercettato da una squadra di caccia Su-27 russi, vale a dire i Sukhoi Su-27, intercettori supersonici. L'aereo della Raf è un Rc-135 Rivet Joint, disarmato, un velivolo prodotto dalla Boeing che può trasportare un equipaggio anche di 30 persone.

L'ordine sbagliato e il missile

Il pilota di uno dei caccia russi comunica con l'operatore radar a terra e fraintende il messaggio, ritiene di avere ricevuto l'ordine di abbattere il jet britannico. Lancia il missile. Ecco, se dovesse arrivare a bersaglio, se dovesse davvero abbattere l'aereo della Raf, la guerra avrebbe un escalation drammatica: la Nato, in base all'articolo 5, dovrebbe rispondere perché sarebbe stato attaccato e distrutto un jet di un paese membro.

C'è però un problema tecnico, il missile non viene lanciato correttamente. Il Cremlino fa sapere che si è trattato di un «malfunzionamento tecnico», non c'era l'intenzione di abbattere l'aereo britannico. L'incidente viene archiviato, la terza guerra mondiale non comincia. Ma secondo funzionari americani interpellati dal New York Times si è trattato di un incidente «davvero spaventoso» che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche.

 

L'episodio è avvenuto il 29 settembre scorso, in parte era già stato raccontato, ma in pochi ne avevano compreso la gravità. Il Pentagono leaks, la mole di documenti dell'intelligence Usa trapelati in questi giorni, aiutano a dare le giuste dimensioni alla gravità di quanto successo, al pericolo corso, e la ricostruzione del New York Times, anche sulla base di testimonianze raccolte, avvalora questo scenario.

Già in ottobre il ministro della Difesa britannico, Ben Wallace, aveva raccontato quando successo in Parlamento, spiegando che il Rivet Joint stava conducendo una sorveglianza di routine quando aveva «interagito» con due Su-27 russi che avevano rilasciato un missile «potenzialmente pericoloso». Wallace aveva aggiunto che il Cremlino aveva assicrato che si era trattato di un malfunzionamento tecnico e dunque non si trattava di una escalation del conflitto deliberata.

Dopo una sospensione, il Regno Unito ha ripreso la sorveglianza sul Mar Nero, ma gli aerei da ricognizione ora hanno una scorta armata.

Ultimo aggiornamento: 22:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA