Migranti, 130 morti in un naufragio al largo della Libia. I soccorritori: «Navigavamo tra i cadaveri»

Giovedì 22 Aprile 2021
Migranti, 130 morti in un naufragio al largo della Libia. I soccorritori: «Navigavamo tra i cadaveri»

Un'altra tragedia nel mar Mediterraneo. Decine di migranti sono dispersi, e si teme siano morti annegati, nel naufragio di un gommone al largo delle coste libiche, secondo quanto riferisce Sos Mediterranee. Secondo quanto riferito dall'equipaggio della Ocean Viking, 130 persone erano a bordo di un gommone che aveva tentato la traversata in condizioni di mare proibitive e di cui si sono perse le tracce a nord-est di Tripoli.

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La polemica sul salvataggio

«130 persone annegate.

Le autorità dell'Ue e Frontex sapevano del caso di emergenza, ma hanno negato il salvataggio. L'Ocean Viking è arrivata sulla scena, solo per trovare 10 cadaveri». A scriverlo su Twitter è Sea Watch International dopo l'ennesimo naufragio al largo delle coste libiche.

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Tredici cadaveri sono stati finora avvistati in mare ma non è stato possibile recuperarli. «Oggi - afferma Luisa Albera, coordinatrice di Ricerca e Soccorso a bordo della Ocean Viking - dopo ore di ricerca, la nostra peggiore paura si è avverata. L'equipaggio della Ocean Viking ha dovuto assistere alle devastanti conseguenze del naufragio di un gommone a nord-est di Tripoli. Mercoledì mattina era scattato l'allarme rispetto a questa stessa imbarcazione con circa 130 persone a bordo».

 

Ieri, sottolinea ancora Luisa Albera, dopo aver ricevuto una prima richiesta di soccorso da Alarm Phone, l'equipaggio della Ocean Viking aveva passato tutto il giorno alla ricerca di una barca di legno in difficoltà, senza successo. Il destino delle circa 40 persone a bordo rimane sconosciuto. «Questa - aggiunge - è la realtà nel Mediterraneo centrale: più di 350 persone hanno già perso la vita in questo tratto di mare quest'anno, senza contare le decine di persone che sono morte nel naufragio a cui abbiamo assistito oggi».

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L'accusa dell'Onu

«Gli Stati sono rimasti inerti e si sono rifiutati di agire per salvare le vite di oltre 100 persone. Loro hanno implorato e lanciato chiamate di emergenza per due giorni, prima di affondare nel cimitero blu del Mediterraneo. E' questa l'eredità dell'Europa?». E' la domanda provocatoria con cui su Twitter Safa Msehli, la portavoce di Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni dell'Onu, ha commentato l'ultima tragedia sulle rotte migratorie dal Nord Africa. In un altro tweet, a corredo della foto di un gommone ribaltato in acqua, ha scritto: «Lasciati morire in mare. L'umanità è affogata».

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 20:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA