Il Centro vacanze del dopolavoro dell'Edf della penisola di Giens, sopra la bella spiaggia della Madrague, a una mezz'ora da Tolone, da venerdì non è più Francia, ma una zona di attesa internazionale. I mini appartamenti per vacanze in famiglia o colonie, le terrazze dove d'estate si fanno i BBQ o gli aperitivi, sono una zona extraterritoriale. Le persone sbarcate dall'Ocean Viking vi sono rinchiuse, un cordone di polizia presidia la zona.
E senza nemmeno rispettare alla lettera le norme umanitarie. È l'idea di molte associazioni che da giorni criticano la Francia per la gestione di questo sbarco seguito da mezzo mondo. «Accogliere non significa rinchudere» ha dichiarato all'agenzia France Presse Laure Plaun, direttrice dell'Associazione nazionale di assistenza alle frontiere per gli stranieri (Anafé), che riunisce rappresentanti di Amnesty International o della Lega per i diritti umani. Il Sindacato degli avvocati di Francia ha da parte sua denunciato una privazione di libertà e chiesto il pieno rispetto dei diritti dei migranti. Si tratta di una scelta politica della Francia, denunciano tutti: la creazione di una zona extraterritoriale è considerata illegittima. Non ci sono le stesse garanzie sui diritti per le persone che si trovano sul territorio nazionale ha aggiunto Laure Plaun. La situazione non è considerata migliore ai posti di frontiera con l'Italia, diventati altrettanti zone di scontro di un fronte diplomatico che resta incandescente. Cinquecento agenti sono stati spiegati per aumentare i respingimenti verso l'Italia, un atto di ritorsione rivendicato dal governo francese. Le associazioni umanitarie denunciano regolarmente abusi da parte della polizia alla frontiera. Una commissione parlamentare d'inchiesta sulle migrazioni aveva denunciato alla fine dello scorso anno delle «pratiche illegali che violano i diritti fondamentali delle persone» alla frontiera con l'Italia, puntando in particolare il dito contro i prefabbricati in cui sono rinchiusi i migranti arrestati: locali «illegali» secondo il rapporto della commissione, ma defin«ti ripari dalle prefetture.
I RESPINGIMENTI
Lo stesso rapporto denunciava «il respingimento sistematico verso l'Italia anche se una persona dichiara la volontà di chiedere asilo e anche se si tratta di minorenni non accompagnati». La direttrice della polizia di frontiera delle Alpes Maritimes Emmanuelle Joubert (che ieri ha confermato l'arrivo di quattro unità mobili alla stazione di Garavan, a Mentone) ha precisato che dall'inizio dell'anno sono stati respinti in Italia 28 mila stranieri in situazione irregolare.