Libia, tensione alle stelle: Erdogan invia le truppe, Di Maio: «Pericolosa escalation»

Domenica 5 Gennaio 2020
Libia, tensione alle stesse: Erdogan invia le truppe, Di Maio: «Pericolosa escalation»

La situazione sempre più confusa e pericolosa che si sta creando in Libia addensa nubi di incertezza anche sulle sorti della missione diplomatica europea che nei prossimi giorni - si era parlato del 7 gennaio come data plausibile ma non confermata - dovrebbe approdare nel Paese nordafricano per tentare di ottenere un cessate il fuoco e la ripresa dei colloqui tra le due fazioni in conflitto, il governo di Tripoli riconosciuto dalle Nazioni Unite del premier Fayez al-Sarraj e il generale Khalifa Haftar.

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La Farnesina e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio continuano a lavorare all'appuntamento, che resta in programma e che dovrebbe essere guidato dall'Alto rappresentante Joseph Borrell e dai ministri degli Esteri italiano, francese, tedesco e britannico.

Da Bruxelles non confermano né smentiscono per ora la missione: «la situazione in completa evoluzione su diversi fronti, dalla Libia all'Iran e all'Iraq - spiegano fonti europee -, non permette per il momento di fare nessuna programmazione sull'agenda dei prossimi giorni di Borrel». Tradotto: tutto resta ancora in stand-by in attesa degli eventi. In corso c'è soprattutto una seria riflessione sulla sicurezza delle delegazioni, non tanto da parte italiana quanto dagli altri partner.
 


La decisione insomma resta aperta fino all'ultimo momento, così come rimane in sospeso l'arrivo a Roma di Borrell e del ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas per unirsi a Di Maio nell'eventuale partenza. Una situazione fluida che, in Italia, offre anche la sponda per la polemica politica da parte dell'opposizione leghista, con il leader Matteo Salvini che attacca: «Prima di tutto - dice - sarei in Libia, un ministro deve essere lì sul posto». A destare preoccupazione, per quanto riguarda l'organizzazione della missione, sono naturalmente anche gli sviluppi sul fronte delle tensioni tra Stati Uniti, Iran e Iraq, che rischiano di fare scivolare la Libia in un cono d'ombra, dirottando l'attenzione della comunità internazionale sull'altro scenario, potenzialmente più esplosivo. Ma a creare problemi è soprattutto una situazione sul terreno libico sempre più complessa, per la quale Di Maio parla di «pericolosissima escalation», in cui le posizioni degli attori in gioco sembrano farsi più aggressive, con l'appello al 'jihad' di Haftar dei giorni scorsi, e allo stesso tempo più ambigue. Assume i contorni di un giallo ad esempio l'attacco al collegio militare di Hadaba, a sud di Tripoli, un'esplosione - apparentemente provocata da un missile, a giudicare da un video delle telecamere di sicurezza - che sabato sera ha provocato decine di morti e di feriti. Cadetti di polizia, ufficialmente. Miliziani pro-Sarraj, secondo voci alimentate dagli ambienti legati ad Haftar. In un'incrociarsi di dichiarazioni e smentite, le forze del generale di Bengasi si sono prima attribuite la responsabilità dell'attacco salvo poi negare in un secondo momento un coinvolgimento nel raid, sostenendo che si sia trattato invece di opera dei terroristi di Isis o di Al Qaeda. Dai quali tuttavia non è arrivata alcuna forma di rivendicazione. Il governo di Sarraj, che ha ricevuto anche una telefonata di condoglianze da Di Maio, continua invece a ritenere che l'autore dell'attacco sia l'aviazione del generale Haftar sostenuta dagli Emirati Arabi, tanto che Tripoli ha chiesto una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu per discutere delle «atrocità e dei crimini di guerra di Haftar». Alla finestra, ad osservare la situazione, resta il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, autorizzato nei giorni scorsi dal parlamento di Ankara a inviare le proprie truppe in Libia. Resta ancora da capire se il sultano sceglierà di impegnare i suoi soldati in quello che rischia di diventare un pantano simile allo scacchiere siriano e se la parallela crisi iraniana potrebbe avvantaggiare o meno un'operazione turca al di là del Mediterraneo.

Ultimo aggiornamento: 6 Gennaio, 14:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA