Libia, Ue pronta al blocco navale. La Farnesina: navi di Sophia per fermare gli arrivi di armi

Mercoledì 8 Gennaio 2020 di Cristiana Mangani
Libia, Ue pronta al blocco navale. La Farnesina: navi di Sophia per fermare gli arrivi di armi

Una decisione politica e diplomatica ma che sia supportata anche da un’operazione militare. L’Europa cerca la strada per contrastare l’escalation dei combattimenti in Libia. E avanza l’ipotesi di rivitalizzare la missione Sophia Eunavformed, quella missione che per prima è stata messa in campo per garantire la sicurezza marittima europea e che ha tra gli obiettivi anche quello di contrastare chi intende violare l’embargo delle armi per e dalla Libia. Una sorta di “blocco navale” che permetterebbe alla Ue di tornare protagonista nel Mediterraneo centrale, garantendo il rispetto della condizione imposta dall’Onu.

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L’operazione, guidata dall’Italia e dall’ammiraglio di divisione Enrico Credendino, è passata per alterne vicende. Lo scopo principale è di contrastare il traffico degli esseri umani e, nel periodo dei “porti chiusi” in Italia, la linea politica aveva finito con l’incidere anche sulla operazione limitandone la portata e gli effetti. Perché Eunavformed ha tra i vari compiti principali quello di assicurare «secondo un approccio comprensivo ed integrato, il ritorno della stabilità e della sicurezza in Libia».

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In queste ore di serrate trattative diplomatiche e politiche, l’ipotesi del ripristino della missione sta riprendendo vigore. Attualmente, infatti, dopo infinite polemiche con la Germania e con alcuni degli altri Stati che partecipano all’operazione, era stato deciso di continuare a prorogarla, ma senza navi, solo con il controllo aereo e con lo scambio delle informazioni. La nuova situazione in Libia, invece, rende fondamentale la presenza di Eunavformed anche perché costituirebbe un forte deterrente per tutti coloro che intendano far passare per il Mediterraneo armi ed equipaggiamenti “vietati” da destinare alla Libia, che si tratti di Tripoli o di Bengasi.
La riunione di ieri a Bruxelles sebbene non abbia portato a una vera soluzione, ha anche preso in considerazione questa possibilità. Visto che la soluzione diplomatica sembra impossibile senza un supporto militare, ed Eunvformed è un’operazione militare. Ora si tratterà di discuterne e anche in fretta, con buona pace della politica che potrebbe temere con il ripristino della missione, una porta più aperta per i trafficanti di esseri umani e per la ripresa dei viaggi verso l’Italia, visto che la presenza di navi europee nel Mediterraneo, imporrebbe anche di soccorrere le imbarcazioni in difficoltà. Se l’intervento verrà fatto in fretta, però, il problema potrebbe non presentarsi, visto che ora i viaggi della speranza e gli arrivi sono ridotti praticamente a zero.

La necessità che l’embargo delle armi venga rispettato è stata ribadita ieri dall’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e dai ministri di Francia, Germania, Italia e Regno Unito. «Tutti i membri della comunità internazionale devono rispettare ed applicare strettamente l’embargo delle armi dell’Onu. La continua interferenza esterna sta alimentando la crisi», hanno sottolineato in una operazione congiunta. 

L’ultimo rinnovo di Eunavformed risale a settembre scorso, quando si è deciso di andare avanti per altri sei mesi nel formato attuale, ovvero senza i mezzi navali. Proprio in quella occasione, a Bruxelles, il premier Giuseppe Conte, aveva sottolineato che in presenza di un accordo europeo Sophia avrebbe potuto essere “attivata”. Il primo rinnovo della missione lanciata dal Consiglio Ue nel 2015, era stato stabilito a fine 2018. Solo che nella primavera 2019 l’operazione era stata fortemente snaturata: senza l’apporto di unità navali era diventato impossibile il salvataggio dei migranti in mare, ma anche dei controlli contro il terrorismo e contro la criminalità. Rivitalizzarla ora potrebbe costituire un vero deterrente per chi intende fare la guerra in Libia per “procura”.
 

Ultimo aggiornamento: 15:40 © RIPRODUZIONE RISERVATA