Libia, milizie e confini, tanti i nodi da sciogliere: Emirati ed Egitto spingono per le armi

Lunedì 20 Gennaio 2020 di Cristiana Mangani
Libia, milizie e confini, tanti i nodi da sciogliere: Emirati ed Egitto spingono per le armi

Resta lontana la pace per la Libia, nonostante i piccolissimi passi in avanti e la finta disponibilità del generale Khalifa Haftar. L'uomo forte della Cirenaica esce da Berlino rafforzato, perché è ancora una volta intorno a lui che girano i termini di un potenziale accordo. Ma la conquista di Tripoli è comunque un miraggio e questo Haftar lo sa bene. Prima di tutto la popolazione lo odia. E poi, il governo di Fayez al Serraj ha già ricevuto gli aiuti militari dall'alleato turco, e ha schierato missili antiaerei pronti a entrare in azione.

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LE PRESSIONI
Il feldmaresciallo dovrà insistere nella battaglia perché così vogliono i suoi alleati. Secondo quanto scrive il New York Times, gli Emirati arabi gli hanno chiesto di continuare a combattere piuttosto che accettare il cessate il fuoco. Inoltre c'è una frase detta ieri dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi: «Confermeremo durante il vertice a Berlino che ci occuperemo di Libia con eserciti legali, non con le milizie». Segno che anche dal Cairo non c'è grande voglia di arrivare a una soluzione accettando un eventuale dietrofront di Haftar. Se non bastasse, il leader di Bengasi deve fare i conti anche con le pressioni delle milizie, visto che per tentare di conquistare Tripoli ha messo a repentaglio la vita di molti giovani della Cirenaica. E altre pressioni arrivano dai gheddafiani che hanno spinto per far fallire la Conferenza. Come riporta un tweet del sito Libya Observer, Moussa Ibrahim - già ministro dell'Informazione e portavoce del colonnello Muammar Gheddafi - ha dichiarato che se il generale «accetta gli esiti della conferenza» i sostenitori e combattenti del defunto leader libico «scioglieranno l'alleanza» che hanno stretto nel 2014.

Quello che sembra abbastanza evidente è che nei prossimi mesi qualcosa cambierà. «La conferenza di Berlino si è tenuta con la precisa intenzione di eliminare l'attuale Gna», il Governo di accordo nazionale, e il suo premier «Fayez al Serraj e sostituirlo con una terza persona accettabile per Haftar e il suo principale sponsor, gli Emirati arabi uniti - è l'analisi di Karim Mezran, analista dell'Atlantic Council - È stato sancito il riconoscimento ufficiale e la legittimazione di Haftar quale leader più accettato nonostante il suo orrendo primato di violazione dei diritti umani, brutale repressione di ogni dissenso e forte corruzione. Circolano molti nomi per la sostituzione di Serraj - ha aggiunto il senior president fellow del think-tank statunitense - ma chiunque verrà scelto, sarà solo una marionetta nelle mani di Haftar. È scioccante vedere quanto rapidamente le potenze occidentali abbiano abbandonato gli ideali di democratizzazione e pluralismo».

Dello stesso avviso è Ashraf Shah, membro del dialogo politico libico, secondo il quale anche le dichiarazioni di ieri della Francia «vanno contro tutti i principi delle democrazie occidentali». «Macron - ha specificato l'analista - ha detto che bisogna essere realisti e che Haftar ha conquistato l'80 per cento della Libia. Una dichiarazione che giudico vergognosa. Anche Hitler aveva conquistato la Francia, ma nessuno ha pensato che potesse essere lui a governare. Certo Serraj è debole, ha passato troppo tempo fuori dal paese per cercare sponsor, e alla fine ha lasciato che Haftar arrivasse alle porte di Tripoli».

GLI ATTACCHI
Per capire quanto realmente Berlino rappresenti un passo in avanti bisognerà vedere innanzitutto se la tregua verrà rispettata.
Qualora l'accordo procedesse, quale sarà il confine dei territori di Haftar? Come verrà gestita la questione della Banca centrale di Tripoli e dei soldi da destinare alla Cirenaica? Se ne parlerà ancora a Ginevra il 27 gennaio, sempre che i 40 esponenti principali del paese africano forniscano il nome di un loro rappresentante. Cosa che, al momento, ha fatto soltanto una milizia della Cirenaica.

Ultimo aggiornamento: 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA