Kaja Kallas, la vittoria in Estonia allontana le pressioni (interne) di Putin: la ripercussioni su Mosca e gli equilibri in Europa

L'Estonia sta fornendo più aiuti militari in percentuale del Pil rispetto a qualsiasi altro paese della Nato

Lunedì 6 Marzo 2023 di Mario Landi
Estonia, vince Kallas: si allarga la coalizione pro-Ucraina. Le ripercussioni per Putin e la Russia

Il Partito della Riforma (Er) guidato dalla premier uscente, Kaja Kallas, ha vinto le elezioni in Estonia. Secondo i risultati del sondaggio, circa il 90% delle schede ha ricevuto più del 30% dei voti dei votanti, con un ampio margine di vantaggio sui concorrenti. Ma come si comporterà il nuovo governo in relazioni al conflitto tra Russia e Ucraina? La risposta non entusiasma il capo del Cremlino Putin.


I risultati

Il partito conquista 38 seggi in parlamento su 101 seggi, nell'attuale convocazione ha 34 seggi. Il Reform Party ha vinto dopo lo spoglio dei voti presentati durante il voto online. Prima di venessero presi in considerazione, il partito populista di destra Ekre (Partito popolare conservatore estone) era in testa. Tenendo conto del voto elettronico, Ekre è al secondo posto con poco più del 15% dei voti, seguito dal «Centro» con poco meno del 15%.

Altri tre partiti stanno entrando in parlamento. Prevede la formazione di una coalizione di governo guidata dal Reform Party. Al momento non è chiaro quali parti posso aderirvi. 

 


Il governo appoggerà l'Ucraina

Il destino di Kallas è al centro dell'attenzione dell'Europa a causa del suo ruolo di forte sostenitrici dell'Ucraina in Europa. Si prevede che, in ogni caso, la politica di sostegno all'Ucraina continuerà. 

Le sue critiche di lunga data al presidente russo Vladimir Putin, che hanno preceduto l'invasione su vasta scala dell'Ucraina da parte di Mosca, sono ora ampiamente viste come preveggenti, il che ha dato ai suoi recenti appelli a rimanere fermi di fronte alle minacce di Putin una maggiore credibilità. 

 

 



Il partito Ekre, che ha accusato il governo Callas di essere «guerra fondaio» e di aver esaurito la riserva militare del Paese, ha cercato il sostegno degli elettori più anziani e rurali. Questo perchè Kaja Kallas fornisce agli ucraini un potente supporto diplomatico e militare durante l'invasione russa su vasta scala. Crede che l'adesione alla Nato sia l'unica garanzia di sicurezza per l'Ucraina.


Il ruolo dell'Estonia

L'Estonia sta fornendo più aiuti militari in percentuale del Pil rispetto a qualsiasi altro paese della Nato. E le tensioni in questi mesi tra Russia ed Estonia non sono mancate.

La Russia ha espulso l'ambasciatore dell'Estonia Margus Laidre nel gennaio 2023 e l'Estonia ha risposto facendo lo stesso con l'ambasciatore russo Vladimir Lipajev. Pochi giorni prima delle elezioni, l'Estonia ha tenuto una parata per il 105° anniversario della Repubblica di Estonia in Piazza della Libertà a Tallinn

L'evento altamente simbolico ha visto anche l'equipaggiamento militare e la rappresentanza degli alleati Nato dell'Estonia e un discorso del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che ha evocato la lotta dell'Estonia per la libertà e la battaglia ucraina con la Russia oggi: «La vostra storia è un forte promemoria sul fatto che non possiamo dare per scontata la nostra libertà». 

Quando l'Estonia «salutò» la Russia


Il processo disgregativo dell’Unione Sovietica può essere riassunto in una data simbolo: il 25 dicembre 1991. Il collasso dell’impero aveva abbracciato un lungo arco temporale; è in quella fase declinante dell’Unione che si inserisce il passaggio di Estonia, Lettonia e Lituania da Repubbliche socialiste sovietiche (Rss) a Stati indipendenti – status conservato (anche dalla Georgia) anche dopo la nascita della Csi che ha nuovamente riunito i rimanenti 11 paesi facenti parte dell’Urss. La prima Rss a dichiarare la propria indipendenza fu la Lituania, l’11 marzo del 1990. 

Estonia e Lettonia seguirono presto l’esempio lituano, anche se il riconoscimento venne formalizzato con alcuni mesi di ritardo, vista la titubanza della comunità internazionale; questa decise un passo ufficiale solamente dopo il fallito putsch estivo del 1991 ad opera della vecchia guardia sovietica ostile a El’cin.

 

 

Da quel momento, le repubbliche baltiche accelerarono il loro percorso di smarcamento nei confronti del fiaccato gigante russo, intraprendendo riforme strutturali di stampo ultraliberista, volte a recuperare il gap con i vicini occidentali. L’efficacia delle misure venne avallata politicamente dall’entrata nella Nato (marzo 2004) e nell’Ue (maggio dello stesso anno).

Ultimo aggiornamento: 17:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA