Nell'ultimo post pubblicato sulla pagina facebook di Tarcisio Bellò, a capo della spedizione di italiani travolta da una valanga in Pakistan, non si nascondono le difficoltà e si fa anche esplicito riferimento al pericolo di «slavine da insolazione». Bellò, insieme a Luca Morellato, David Bergamin, Tino Toldo e due guide pakistane sono partiti per raggiungere una cima inviolata di circa 5.800 metri nell'area dell'Hindu Kush.
«Abbiamo sciolto tutte le incognite speriamo solo che il tempo ci assista un altro giorno - si legge nel messaggio postato il 16 giugno alle 8 di mattina -. Stamattina David Imtyaz e io abbiamo battuto traccia fin sotto alla parete del Lions Melvin Jones peak che si presenta fattibile e senza particolari pericoli. A dir la verità non è stato sempre cosi, le abbondanti nevicate ci hanno messo a dura prova sia nell"estenuante fatica di batter traccia, sia nel scegliere orari adatti ad evitare le possibili slavine da insolazione. Un paio di volte abbiamo ripiegato per non rischiare, come ieri che immersi nella nebbia più totale, bianco sotto bianco attorno, ci siamo arresi e lasciato una corda e altre attrezzature tecniche nel ghiacciaio. Due ore dopo è apparso il sole e una enorme slavina ha sepolto le nostre attrezzature coinvolgendo solo in parte la nostra traccia. Segno che avevamo scelto bene il percorso, ma non possiamo permetterci altri errori».
Nei piani dei quattro alpinisti, oggi avrebbero dovuto raggiungere la cima: «Tino è sceso al Campo 1 per recuperare la corda perduta e altre cose utili.