Il vescovo di Istanbul: «Purtroppo il clima con la guerra a Gaza si è incendiato e i cristiani hanno di nuovo paura»

Lunedì 29 Gennaio 2024 di Franca Giansoldati
Il vescovo di Istanbul: «Purtroppo il clima con la guerra a Gaza si è incendiato e i cristiani hanno di nuovo paura»

«Purtroppo il clima si è molto surriscaldato con la guerra a Gaza». Non sono passate che poche ore da quando due individui armati col passamontagna hanno fatto irruzione in una parrocchia di Istanbul. Il vicario apostolico della città, padre Massimiliano Palinuro, missionario di origini avellinesi che conosce bene la regione, riflette sui contorni di un evento che definisce «choccante». I cattolici, una piccola minoranza, fino a ieri pensavano che gli anni difficili I cattolici, una piccola minoranza, fino a ieri pensavano che gli anni difficili delle minacce, delle esecuzioni e delle decapitazioni da parte degli estremisti islamici che costarono la vita a padre Santoro o al vescovo Padovese fossero ormai lontani. 
Vi siete fatti una idea di quello che è accaduto?
«Abbiamo subito un attacco che probabilmente è di matrice terroristica in una delle nostre chiese situata in uno dei quartieri periferici. Al momento gli elementi che abbiamo a disposizione lasciano ipotizzare una matrice di questo tipo anche se le indagini sono in corso e non possiamo essere categorici e definitivi. Non ci sono certezze. Aspettiamo per capire, tuttavia posso azzardare qualche lettura allargando lo spettro».
Per esempio?
«Da una parte c'è il Medio Oriente che si è incendiato: e non è proprio un dettaglio. Dall'altra parte è cresciuta in questi ultimi anni l'islamofobia in Europa. Due fattori che uniti sono deleteri. Ogni atto islamofobico che si manifesta in Occidente con episodi di intolleranza verso i musulmani ha delle ripercussioni enormi dalle nostre parti. Penso per esempio a quando sono stati bruciati in piazza libri del Corano, o alla pubblicazione di vignette oltraggiose o altri eventi contrari alla loro fede. E' difficile da spiegare in Occidente la risonanza che hanno certe espressioni islamofobiche in un contesto a maggioranza musulmana».
Il fatto che l'uccisione sia avvenuta in una chiesa italiana, significa che l'Italia è nel mirino dell'Islam radicale?
«No non c'entra niente. Lo escludo categoricamente. Tra l'altro quella chiesa viene definita italiana ma non ha nulla a che fare con l'Italia. Certo, venne fondata a suo tempo da sacerdoti italiani ma nel secolo scorso, oggi è gestita dai frati della provincia religiosa della Romania».
Resta però espressione di un atteggiamento ostile verso l'Occidente...
«Quello sì anche se penso che abbia a che fare con il momento storico delicatissimo segnato dalla crescita dell'intolleranza religiosa da ambo i versanti. In Occidente con l'islamofobia, in Medio Oriente con l'ostilità verso i nostri valori».
Ha parlato con il parroco?
«Diverse volte. E' sconvolto come del resto lo sono io. Io stamattina ero in cattedrale a celebrare».
Le autorità turche cose dicono?
«Si sono mosse subito, sono solidali. Il presidente Erdogan ha chiamato il parroco e la parrocchia è stata visitata personalmente da tre ministri. C'è un atteggiamento di grandissima assistenza».
Ora è tornata la paura?
«Mi rattrista enormemente dire che questo episodio che nessuno si aspettava crea interrogativi inevitabili a tutte le nostre comunità cristiane.

La gente è terrorizzata. La gente è terrorizzata. A Istanbul non era mai accaduto un episodio di intolleranza di questo genere al punto da arrivare ad ammazzare un uomo in chiesa. In passato erano avvenuti fatti terribili in altre zone della Turchia, come l'Anatolia, ma a Istanbul mai essendo una città aperta, internazionale, cosmopolita, accogliente, pluralista”. 

Cosa si sa della vittima?

«Sono state raccolte un po' di testimonianze. Il parroco mi ha detto che era una persona conosciuta dalla comunità con qualche problema di natura psicologica, e forse proprio per questo è stato l'unico ad avere avuto il coraggio d'affrontare i terroristi quando sono entrati. Forse quel gesto spontaneo, mentre tutti si buttavano a terra, gli è costato la vita. Si fanno ricostruzioni in base ai testimoni, ma ripeto, occorre attendere. Noi chiediamo ovviamente solo giustizia per quest'uomo e nello stesso tempo domandiamo alle autorità che sia garantita l'incolumità ai fedeli delle comunità cristiane che perseverano nella fede e con coraggio affrontano anche tragitti assai lungi per venire a messa la domenica». 

Ultimo aggiornamento: 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA