Israele, green pass ai vaccinati per la normalità: oltre 4 milioni già immunizzati. E domenica il Paese riapre

Giovedì 18 Febbraio 2021
Israele, green pass ai vaccinati per la normalità: oltre 4 milioni già immunizzati. E domenica il Paese riapre

Green pass: due parole per tornare in Israele ad una vita quasi normale ai tempi del Covid. Detta in italiano, significa la certificazione che attesta la doppia vaccinazione. E in concreto la possibilità di accedere, a partire da domenica prossima - con l'ulteriore allentamento del lockdown - a piscine, palestre, eventi sportivi e culturali e agli hotel.

Con l'obbligo per le strutture di dotarsi di strumentazioni per l'accertamento elettronico del codice a barre della certificazione. Il documento è destinato a diventare indispensabile anche per i viaggi all'estero: Israele di recente ha firmato con Grecia e Cipro accordi per lo scambio di turisti immunizzati.

Vaccino Covid, Israele: «Non è obbligatorio, ma chi falsifica il certificato va in carcere»

Un documento talmente indispensabile che alcuni cyber esperti hanno espresso il timore di possibili contraffazioni. L'avviso alle autorità è stato chiaro: il Green Pass, hanno ammonito, è facilmente alterabile. Il ministro della Sanità Yuli Edelstein non ha perso tempo ed ha avvertito, senza mezzi termini, che per chi falsifica c'è il carcere. «Quelli che pensano che questo sia un gioco e che possono - ha detto riferendosi ad alcune offerte di false immunizzazioni già apparse sul web - stampare un certificato di vaccinazione senza che lo siano stati veramente saranno individuati e le loro attività potranno finire per portarli in carcere». Ma se tutto va bene «questo è il primo passo verso vite quasi normali», ha spiegato, precisando che tuttavia per un po' anche i vaccinati dovranno continuare a portare le mascherine.

La certificazione si può ottenere dal ministero della Sanità tramite un'app o dalla cassa mutua che ha gestito la vaccinazione. Israele - dove le nuove infezioni sono in calo, come i casi gravi, rispetto all'inizio del terzo lockdown - ad ora ha immunizzato il 45,3% della propria popolazione (circa 9 milioni di residenti) con almeno una dose, ovvero 4.138.000 cittadini. Ad avere avuto anche la seconda dose sono stati in 2.762.000, circa il 30,2% della popolazione. Solo nelle passate 24 ore i vaccinati sono stati 135 mila (61 mila prima dose, 74 mila seconda): un dato che rilancia la campagna, un poco in affanno nei giorni passati. Una recente inchiesta ha indicato che di quelli non vaccinati, il 41% ha detto di avere timore di possibili effetti indesiderati, il 30% non è sicuro che il vaccino sia efficace, il 27% che non si vaccinerà presto e il 10% ha citato a questo proposito informazioni dei media o reperite sul web.

Nonostante la campagna vaccinale sia l'obiettivo primario del governo e del premier Benyamin Netanyahu, il ministro della Sanità ha confermato che in Israele «non c'è e non ci sarà in futuro l'obbligo di vaccinazione. Chi sceglie di non vaccinarsi si avvale di un suo diritto. Non ci saranno sanzioni». Questo non vuol dire che la scelta della mancata immunizzazione sia senza conseguenze: proprio il ministero della Sanità ha allo studio una proposta di legge da presentare in Parlamento secondo la quale gli impiegati in determinati settori non potranno recarsi a lavorare in presenza fino a che non saranno immunizzati.

Ultimo aggiornamento: 20:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA