Massacrata come Mahsa Amini. Una dottoranda di 35 anni, Nasrin Ghadri, che studiava filosofia a Teheran, è morta sabato dopo essere stata picchiata alla testa con un manganello dalle forze di sicurezza durante le proteste del venerdì.
Mahsa Amini «morta per malattia, non per le botte». La versione dei medici iraniani dopo l'autopsia
IRAN, ALTRA STUDENTESSA UCCISA
Un nuovo episodio di violenza che non ha lasciato indifferenti i manifestanti che oramai da oltre 50 giorni stanno protestando per le strade, a rischio della propria vita, e che oggi hanno voluto ricordare la studentessa marciando a Marivan, sua città natale nel Kurdistan iraniano.
LE PROTESTE
Nelle stesse ore la stragrande maggioranza dei 290 deputati iraniani ha chiesto che la giustizia applichi la legge del taglione contro i «nemici di Dio» in riferimento agli autori delle «rivolte», il cui bilancio dei morti si sta avvicinando a quota 200 secondo una ong che ha sede fuori dalla Repubblica islamica. In una dichiarazione firmata da 227 deputati, i legislatori hanno chiesto ai vertici del Paese, magistratura compresa, di applicare quanto prima la legge del taglione contro i mohareb (nemici di Dio). «Chiediamo al governo di affrontare con fermezza gli autori di questi crimini e tutti coloro che hanno incitato le rivolte, tra cui alcuni politici», si legge nella dichiarazione. Intanto continuano gli arresti: tre squadre affiliate al gruppo Mojahedin-e-Khalq Organization (Mko) - ritenuto terrorista da Teheran - sono state fermate, stando a quanto riferito dalle Guardie Rivoluzionarie iraniane. Un comunicato citato dalla Fars sostiene che le squadre miravano a condurre azioni di sabotaggio e terroristiche nelle province di Khuzestan, Fars e Isfahan, attirando «rivoltosi» per attaccare lo stato, i centri di sicurezza e di polizia, distruggere proprietà pubbliche e uccidere persone.
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