Ucraina, il premier polacco Morawiecki: «Questo incubo deve finire»

L'intervento dopo un anno dall'invasione russa: dobbiamo imparare 5 lezioni

Sabato 25 Febbraio 2023 di Mateusz Morawiecki*
Il primo ministro della Polonia Mateusz Morawiecki

Esattamente un anno fa, il 24 febbraio 2022, la Russia ha sferrato un attacco armato all’Ucraina, distruggendo così l’ordine costruito dopo la Guerra fredda.

La sicurezza e la prosperità costruite grazie agli sforzi di diverse generazioni di europei erano sull’orlo del collasso. La Russia si è imbarcata in una conquista imperiale con un obiettivo: ricostruire l’ex sfera d’influenza sovietica. A prescindere dai costi e dai sacrifici. Dobbiamo fare di tutto per garantire che questo più grande incubo geopolitico del XXI secolo finisca finalmente.

In che situazione siamo oggi? Abbiamo alle spalle dodici mesi di crudeltà inaudita della Russia. Mesi misurati dal regolare bombardamento di scuole, ospedali, edifici civili. Mesi in cui, invece di giorni, si contavano le vittime. I russi non hanno risparmiato nessuno: uomini, donne, anziani o bambini. I genocidi a Bucha, Irpin e altrove sono la prova orribile che la Russia sta commettendo i peggiori crimini. Fosse comuni, camere di tortura, stupri, rapimenti: questo è il vero quadro dell’assalto russo.

Alle nostre spalle c’è anche un anno di grande eroismo da parte del popolo ucraino che, sotto la guida di Volodymyr Zelensky, si oppone all’impero russo del male. Un anno di fede, perseveranza e determinazione. Oggi l’Ucraina sta combattendo non solo per la propria sovranità, ma anche per la sicurezza dell’intero continente. Come possiamo porre fine a questa guerra? L’ultimo anno ci ha portato una serie di importanti lezioni che i Paesi occidentali dovrebbero prendere profondamente a cuore, se vogliono davvero vivere in pace e sicurezza.

Lezione 1. Questa guerra riguarda tutti noi
Fin dall’inizio, dobbiamo sbarazzarci della falsa idea dell’invasione russa. Non si tratta di un conflitto locale. La Russia sta cercando di incendiare l’Europa. Abbiamo a che fare con la destabilizzazione dell’intero ordine economico globale. L’attacco all’Ucraina fa parte di un piano a lungo elaborato che Putin sta portando avanti da almeno un decennio. Già nel 2008, al momento dell’invasione della Georgia da parte della Russia, il presidente Lech Kaczyński aveva avvertito: «Sappiamo bene che oggi la Georgia, domani l’Ucraina, dopodomani gli Stati baltici, e più tardi potrebbe essere il momento del mio Paese, la Polonia». Le parole di questo avvertimento si sono avverate più velocemente di quanto l’Europa si aspettasse. Sei anni dopo, nel 2014, la Russia ha annesso la Crimea. E oggi siamo tutti testimoni di un’aggressione bellica su larga scala contro l’Ucraina. Cosa ci aspetta in futuro, se non fermiamo oggi la macchina da guerra russa?

A centinaia di chilometri di distanza, non possiamo sentire il suono delle granate che esplodono, le sirene d’allarme o le grida dei genitori che hanno appena perso il loro amato figlio in un bombardamento. La distanza da Kiev, tuttavia, non può alleviare la nostra coscienza. A volte temo che ci siano davvero molte persone in Occidente per le quali un pranzo nel loro bar preferito o una serie su Netflix siano più importanti della vita e della morte di migliaia di ucraini. Siamo tutti testimoni di questa guerra. Nessuno di noi potrà dire: «Non sapevo del genocidio di Bucha». Stiamo tutti assistendo alle atrocità compiute dall’esercito russo. Pertanto, non dobbiamo essere indifferenti. I piani imperiali della Russia vanno oltre l’Ucraina. Questa guerra riguarda tutti noi.

Lezione 2. La Russia sta alimentando la crisi economica globale
La guerra in Ucraina è solo uno dei fronti su cui si combatte la battaglia per il futuro dell’Europa. La Russia sta guidando l’attacco alla nostra intera civiltà nel cyberspazio, nel campo dell’informazione e in quello economico. Carl von Clausewitz disse che la guerra non è altro che la continuazione della politica con altri mezzi. A quanto pare, Vladimir Putin ha capito bene questa famosa frase. Mosca sceglie le sue tecniche di attacco a seconda dell’avversario che deve affrontare. Putin non potrebbe conquistare militarmente l’Europa prima di averla sconfitta economicamente.

La crisi energetica e l’inflazione globale che tutti dobbiamo affrontare hanno origine dall’aggressione imperiale della Russia. Il precursore dell’invasione dell’Ucraina è stata la politica aggressiva del Cremlino in materia di gas nel luglio e nell’agosto 2021. Il ricatto di Putin sul gas ha poi portato a forti impennate dei prezzi del gas sul mercato europeo. E questo era solo l’inizio. La Russia sperava che la paralisi del settore energetico avrebbe indebolito gli Stati europei e li avrebbe convinti a non partecipare alla guerra in Ucraina. L’escalation della crisi fin dall’inizio è stata una strategia contro i Paesi occidentali. Le ostilità russe sono una delle ragioni principali dell’aumento dei prezzi in tutto il mondo. Stiamo tutti pagando a caro prezzo le decisioni del Cremlino. È tempo di capirlo: la Russia sta alimentando la crisi economica globale.

Lezione 3. La deputinizzazione è una condizione per la sovranità europea
Per molti anni, la fonte della forza della Russia è stata la debolezza del mondo occidentale. La dipendenza energetica dagli idrocarburi russi, gli accordi ambigui con gli oligarchi russi e le concessioni del tutto incomprensibili da parte dell’Europa, ad esempio sulla costruzione del Nord Stream 2, dipingono il quadro del rapporto patologico dell’Occidente con la Russia. Molti governi europei credevano che fosse possibile concludere contratti normali con la Russia, ma questi si sono rivelati un affare in cui l’Europa ha venduto la propria anima. Pertanto, un ritorno al “business as usual” è impossibile. Le relazioni con un regime criminale non possono essere normalizzate. È giunto il momento che l’Europa diventi indipendente dalla Russia, soprattutto nel settore energetico. Da tempo la Polonia parla della necessità di diversificare le proprie forniture di petrolio e gas. Nuove vie di approvvigionamento aprono nuove opportunità. La deputinizzazione, cioè la rottura dei rapporti con la macchina dittatoriale della violenza creata da Putin, è un prerequisito per la sovranità europea.

Lezione 4. La solidarietà è più forte della paura
Questa guerra ha già cambiato l’Europa. Attaccando l’Ucraina, la Russia sperava che i Paesi occidentali non si svegliassero dal coma geopolitico in cui erano caduti anni fa, credendo ingenuamente nel mito della "fine della storia". La Russia ha commesso un errore. Voleva dividerci e siamo diventati più uniti che mai. La più grande arma del Cremlino - come ogni regime totalitario - è la paura. Dobbiamo contrastare le minacce e i ricatti russi con la solidarietà. Gli aiuti stanno già affluendo in Ucraina da tutte le direzioni. Cibo, rifornimenti, armamenti. Oggi diamo all’Ucraina la speranza e la possibilità di vincere. L’assenso della Germania per l’invio di carri armati Leopard all’Ucraina - per il quale la Polonia ha fatto appello - è significativo. Sappiamo già che i carri armati di fabbricazione tedesca saranno affiancati dagli Abrams statunitensi. La ragion di stato euro-atlantica ha prevalso sui freddi calcoli. La NATO ha dimostrato non solo di essere l’alleanza militare più potente del mondo, ma anche di essere veramente unita. Insieme sconfiggeremo il male. La solidarietà è più forte della paura.

Lezione 5. Ricostruire l’Ucraina, rafforzare l’Europa
La vittoria nella lotta contro la Russia è più vicina non solo grazie ai successi dell’esercito ucraino, non solo grazie alla stanchezza dell’orso russo per via le sanzioni. È merito del mondo occidentale, che ha formato una forte alleanza per la libertà. Tuttavia, non è sufficiente per sconfiggere la Russia nella battaglia che si sta svolgendo oggi. Per vincere la guerra contro la Russia, dobbiamo costruire un’architettura di sicurezza completamente nuova dal punto di vista politico ed economico.

Con quali mattoni costruiremo la nostra casa comune, l’Europa? Ciò che garantisce la sicurezza è l’unità fondata su una comunità di valori e interessi, consolidata da forti legami economici e sociali. Non sarà possibile superare la crisi economica se il fuoco della guerra divampa alle porte dell’Europa. Si prospettano quindi due scenari per il futuro dell’Europa. Uno è la vittoria dell’Ucraina e la pace nel continente. L’altro è la vittoria della Russia e l’espansione dell’imperialismo putiniano. Se l’Ucraina deve vincere in questa guerra, dobbiamo già pensare a un cambiamento di paradigma nella politica europea. L’idea di una comunità di sicurezza e di pace è oggi l’unico modello di sviluppo possibile.

Allo stesso modo, un anno dopo lo scoppio della guerra, abbiamo un obiettivo comune di solidarietà: ricostruire l’Ucraina, rafforzare l’Europa.

* Primo Ministro della Repubblica di Polonia
(Testo pubblicato in collaborazione con il mensile polacco “Wszystko co najważniejsze” nell’ambito di un progetto storico con l’Istituto per la Memoria Nazionale, Instytut Pamięci Narodowej e la Fondazione Nazionale Polacca).

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