India, lo strano caso: argina la pandemìa, ma assume 5.000 agenti per imporre l'uso della mascherina

Venerdì 19 Febbraio 2021 di Paolo Ricci Bitti
L'India argina la pandemìa, ma assume 5.000 agenti per imporre l'uso della mascherina

Un miliardo e 400 milioni di abitanti in India contro 60 milioni in Italia. E con strutture sanitarie nemmeno paragonabili, tanto che, è notizia di oggi, le autorità indiane hanno disposto l'assunzione di migliaia di agenti per far rispettore l'obbligo di indossare la mascherina. Eppure almeno alcuni macro dati sulla pandemìa da Covid non sembrano attualmente rispettare in pieno la proporzione demografica, sociale ed economica fra i due paesi dove in questi ultimi giorni i nuovi contagi viaggiano appaiati fra gli 11mila e i 13mila casi.

Questo a fronte di picchi che nei mesi scorsi hanno sfiorato i 100mila casi al giorno in India e i 40mila in Italia.

Le vittime in India sono a quota 156mila con 11 milioni di contagiati rispetto ai 94mila morti in Italia a seguito di 2,7 milioni di contagi. Colpisce anche il numero di decessi giornalieri che in India supera di poco le cento unità, mentre in Italia la forbice dei decessi va da 300 a 400 casi. L'India è così passata da secondo paese al mondo più nei guai dopo gli Stati Uniti a paese in cui la pandemìa riesce a essere tenuta sotto controllo, fatti salvi allarmi che si levano da questa o quella zona del paese senza tuttavia estendersi come temuto.

Come è possibile questa disparità di situazioni? Detto di un problema di raccolta e diffusione dati fra i due paesi che certamente non va sottovalutato, va registrato che le strategia attuata in India non è basata su lockdown duri e che ad esempio a Bombay, riporta la Reuters da Nuovi Dheli, è stata allestita la maxiassunzione di 5mila agenti per far rispettare l'obbligo di indossare la mascherina, 300 dei quali saranno schierati sui treni e nelle stazioni ferroviarie dove nel frattempo è stata quasi del tutto riportati ai tempi della normalità. Questo anche se il 75% dei nuovi casi di contagio in India arriva  proprio dalla macro area metropolitana di Bombay che conta 20 milioni di abitanti. E persino le scuole stanno riprendendo le attività a pieno regime. E non è che la campagna di vaccinazione sia ancora decollata visto che si è arrivati a quota 60 milioni con difficoltà sovrumane per estenderla alle zone più arretrate del paese e agli agglomerati urbani dove le condizioni di vita sono da sempre al limite della sopravvivenza e dove la parola "distanziamento" resta un'utopia. 

Del resto è evidente che gli indiani, per mancanza di mezzi o per scelta culturale, rinuncino all'uso della mascherina, il presidio minimo di questa pandemìa che viene affrontata dal sistema sanitario al 145° posto nel mondo. Un sistema che pure, secondo l'Indian Times, ha occupati meno di un decimo dei quasi 20mila posti di terapia intensiva

Allora com'è possibile che il tracollo annunciato dalle cifre più drammatiche dell'autunno scorso non sia per fortuna arrivato e che anzi l'India abbia risalito la china fino ad avere un numero di contagi vicino a quello di un paese come l'Italia che conta poco più di un ventiquattresimo di abitanti? 

E' così che vengono rievocati fattori climatici comuni in molte parti dell'India tipo l'alto tasso di umidità che fa cadere in fretta al suolo le droplet (goccioline) pericolose mezzo di contagio, l'alto e storico tasso di malattie virali (colera, epatite, malaria e tifo) che rendono più resistenti molti strati della popolazione indiana che inoltre ha un'età media molto più bassa dell'Occidente: il 50% degli indiani ha meno di 25 anni. Sono state allora avanzate ipotesi, con ricerche in corso di validazione, su un'immunità di gregge già pari al 60% della popolazione (con prospettive di arrivare alla quota di sicurezza dell'80%) favorita dalla circolazione di tanti individui con nessun o pochi sintomi.

Un effetto indiretto, infine, della necessità di non ricorrere a lunghi periodi di lockdown che avrebbero paralizzato l'economia in cui ha un ruolo determinante l'ancora vastissimo settore primario, spesso arretrato, della popolazione al servizio indispensabile di una nazione in cui condizioni di vita accettabili sono ancora riservate a una minoranza.

Ultimo aggiornamento: 15:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA