Due bambini, forse adolescenti, e un adulto. Una famiglia, vissuta oltre 300mila anni fa. Bisogna immaginarla muoversi assieme ad altri individui lungo i bordi di un antico lago frequentato da branchi di elefanti e rinoceronti. Un esempio rarissimo di Homo heidelbergensis, il nostro antenato, la specie dalla quale si sono sviluppati il Sapiens in Africa e i Neanderthaliani in Europa.
Una finestra sul passato preistorico che regala l’eccezionale scoperta avvenuta nel sito di Schöningen, in Bassa Sassonia, nella Germania settentrionale che ha restituito tre impronte umane: «Sono tra le più antiche testimonianze di questo tipo conosciute in Europa e le prime ad essere documentate in Germania», racconta con l’emozione nella voce lo studioso romano Flavio Altamura, borsista del Centro Senckenberg per l’Evoluzione Umana e il Paleoambiente dell’Università di Tubinga.
Scoperte impronte di bimbo di 300mila anni fa: tra le più antiche d'Europa
A lui si deve il ritrovamento nell’ambito dello scavo diretto da Jordi Serangeli, romano (originario di Ostia), con un team italo-tedesco.
VITA E GIOCO
La suggestione forte arriva soprattutto dal fatto che le impronte testimoniano la presenza di bambini: «Probabilmente stavano cercando cibo, o si stavano lavando, o magari stavano giocando tra loro come farebbero i bambini di oggi», riflette Altamura. Come si è arrivati a questa scoperta? Il sito di Schöningen è oggetto di scavi da vari decenni. «Le prime scoperte sono avvenute perché in quell’area era in attività una enorme miniera di lignite che veniva estratta per una centrale elettrica - precisa Serangeli - Alcuni strati con impronte erano stati già rinvenuti negli anni ‘90; altri, come quelli che conservano le impronte umane, sono stati indagati solo negli ultimi anni con un progetto di ricerca dell’università di Tubinga e del Ministero della Scienza e Cultura della Bassa Sassonia».
E le prove sono arrivate. Sulle rive fangose del lago, vanno immaginati branchi di elefanti, rinoceronti e ungulati che si radunavano per bere. Insieme agli uomini: «Il momento più emozionante - ricorda Altamura - è stato quando abbiamo individuato una delle impronte umane meglio conservate, ma anche il rinvenimento di legno e foglie, schiacciate dentro le impronte di elefante ».
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