Antonio Megalizzi, l'italiano con la doppia laurea e la voglia di cambiare l'Europa

Giovedì 13 Dicembre 2018 di Italo Carmignani
Antonio Megalizzi, l'italiano con la doppia laurea e la voglia di cambiare l'Europa
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dal nostro inviato
STRASBURGO
Nella giornata seguita alla strage, solo un breve lampo di sole si apre nel cielo grigio e plumbeo di una Strasburgo colpita nel cuore. Arriva fin dentro l'ospedale di Hautepierre dove Antonio Megalizzi, giornalista radiofonico, 28 anni, due lauree, figlio affettuoso di una famiglia di origini calabresi, una casa e una fidanzata a Trento, lotta disperatamente con la morte. Ma quel raggio di sole non serve.

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Nella sua follia omicida, il criminale cui tutta l'Europa sta dando la caccia a sangue freddo gli ha sparato una pallottola alla base della testa che non gli dà praticamente alcuna speranza. È la famiglia di Antonio a confessare l'inutilità di un intervento chirurgico per rimuovere quei pochi grammi di piombo destinati a prendergli la vita. E sono i medici a confermare quella diagnosi in un briefing tenuto nel pomeriggio. In nottata, la famiglia confessava agli amici di stare solo ad aspettare che la natura facesse il suo corso.
Nel letto accanto ad Antonio, oltre alla famiglia c'è anche la fidanzata del giovane cronista della radio web Europhonica, Luana Moresco, figlia di uno dei ristoratori più noti della zona di Trento, già candidata per Forza Italia alle ultime provinciali. Anche lei, rimasta in silenzio per tutta la giornata accanto al suo amore prima sempre sorridente, alle persone più care ha detto di non nutrire più speranze, nonostante abbia sempre confidato nei miracoli.

A raccontarlo però è il padre della ragazza che da poco ha preso la terza laurea, Danilo Moresco, anche lui in ospedale accanto al giovane giornalista: «All'inizio sembrava meno grave - racconta Moresco e non abbiamo capito subito che invece le speranze erano già ridotte al lumicino. E pensare che questo viaggio doveva essere per lui una bella esperienza professionale, di arricchimento. E invece è capitato nel posto sbagliato al momento sbagliato». Antonio fa parte di quel conto terribile che fino a ieri pomeriggio voleva due morti, una persona nella condizione di morte cerebrale, un altro come lui in fin di vita, oltre a 14 feriti meno gravi.
 


Mentre la vita scivola via nel grande ospedale bianco a dieci minuti dai luoghi della tragedia, il racconto torna indietro di 24 ore e passa per il centro di Strasburgo. Quando è stato colpito, nella prima delle tre tappe di morte di Cherif Chekatt il killer, nato a Strasburgo, ma di origini magrebine, Megalizzi stava passeggiando con due colleghe, che sono riuscite a trovare riparo in un sottoscala e che ora sono in forte stato di choc. Una delle due è Caterina Moser, che ha affidato a Facebook la sua angoscia: «La mattina svegliarsi e preoccuparsi per le calze bucate. Per l'autobus che non passa. Per l'intervista che non si riesce a fare. Per il supporto del cellulare che non hai. Per il montaggio che deve essere fatto in tempi brevi. Per la tesi. Perché piove. O perché fa caldo. O per qualsiasi altra cosa. Ma non conta niente. Non vale niente. Oppure conta tutto, e vale tutto, sorprendendosi vivi». Scrive, probabilmente quando ancora immaginava che Antonio potesse salvarsi.

EUROPEISTA CONVINTO
Europhonica è il primo format radiofonico internazionale che racconta l'Europa, dando voce ai media universitari. Europeista convinto, Antonio è stato colpito da chi la civiltà europea l'ha insanguinata imbracciando un fucile e sparando all'impazzata contro una folla inerme e innocente.
Antonio lotta con accanto le persone a lui più care. Ma come tutti gli ospedali, anche quello di Houtepierre verso sera assume quel profilo poco rassicurante, quasi spettrale, in cui è facile perdersi. Anche per sempre.
Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 17:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA