Usa e Gran Bretagna, rei di centinaia di attacchi aerei sullo Yemen, «non possono sfuggire alla punizione»: il ministero degli Esteri degli Houthi, il gruppo sostenuto dall'Iran che governa parte del Paese in Medio Oriente, non usa mezzi termini.
Ma anche l'Italia, avvertono i ribelli, può finire nel mirino: «Diventerà un bersaglio se parteciperà all'aggressione contro lo Yemen. Il suo coinvolgimento sarà considerato un'escalation e una militarizzazione del mare, e non sarà efficace. Il passaggio delle navi italiane e di altri durante le operazioni yemenite a sostegno di Gaza è una prova che l'obiettivo è noto», dice in un'intervista a Repubblica Mohamed Ali al-Houti, uno dei leader del movimento Ansar Allah (gli Houthi) e cugino dell'attuale leader Abdul-Malik Al-Houti.
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Meloni e il Mar Rosso
Nel Mar Rosso «partecipiamo a una missione difensiva, è utile, doveroso e sono contenta che l'Italia assuma il comando di questa missione a dimostrazione del nostro riconosciuto ruolo, e penso che sia strategico per l'Europa e l'Italia», ha detto intanto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in un punto stampa a Tokyo.
Le minacce Houthi all'Italia
«Il nostro consiglio all'Italia è di esercitare pressione su Israele per fermare i massacri quotidiani a Gaza. Questo è ciò che porterà alla pace. Consigliamo all'Italia di rimanere neutrale, che è il minimo che può fare - incalza intanto Mohamed Ali al-Houti - Non c'è giustificazione per qualsiasi avventura al di fuori dei suoi confini».
«Consigliamo agli europei di aumentare la pressione sui responsabili degli orrori a Gaza. Le nostre operazioni mirano a fermare l'aggressione e a sollevare l'assedio. Qualsiasi altra giustificazione per l'escalation da parte degli europei è inaccettabile», incalza. Secondo Mohamed Ali al-Houti, «non c'è alcun blocco nel Mar Rosso».
«Prendiamo di mira solo le navi associate a Israele, che si dirigono verso porti occupati, di proprietà di israeliani, o entrano nel porto di Eilat - insiste - Non abbiamo intenzione di chiudere lo stretto di Bab el Mandeb o il Mar Rosso». E afferma: «Essere classificati come terroristi per sostenere Gaza è un onore per noi». Parla di una «classificazione politica e scorretta, senza giustificazione». E conclude: «Se gli Stati Uniti inviano truppe nello Yemen, dovranno affrontare sfide più difficili di quelle in Afghanistan e Vietnam. Il nostro popolo è resiliente, pronto e ha varie opzioni per sconfiggere strategicamente gli americani nella regione».
Tajani: «Non ci facciamo intimorire dalle minacce degli Houthi»
«Non ci facciamo intimorire dalle minacce degli Houthi - la secca replica del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani al margine dei Med Dialogues - Noi difendiamo il traffico mercantile, non attacchiamo nessuno ma non vogliamo essere attaccati da nessuno. C'è una libera circolazione marittima: se ci saranno degli attacchi risponderemo difendendo le navi mercantili italiane. Questo deve essere molto chiaro. Non ci facciamo intimidire da nessuna dichiarazione degli Houthi, che sono un'organizzazione terroristica».