Hamas, lanciarazzi nascosti tra asili e sedi dell’Onu: civili usati come scudo a Gaza

Le bombe israeliane su un campo profughi nel Nord: almeno 17 i morti. Nelle foto satellitari diffuse dall’esercito le armi di Hamas vicino alle strutture civili

Lunedì 23 Ottobre 2023 di Vittorio Sabadin
Hamas, lanciarazzi nascosti tra asili e sedi dell’Onu: civili usati come scudo a Gaza

Israele ha bombardato il campo profughi di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza, sperando di colpire Kaled al-Batash, membro del politburo della Jihad islamica e da tempo ai primi posti della lista degli obiettivi. Non si hanno notizie della sua morte, ma di quelle di numerosi membri della sua famiglia. Ieri mattina il ministero degli Interni di Gaza aveva parlato di 17 vittime, quasi tutte appartenenti al clan al-Batash. Al Jazeera ha poi portato il numero dei morti a 30 e quello dei feriti a 27, ma alcuni corpi sarebbero ancora tra le macerie. Kaled al-Batash è nato nel 1961 nel campo di Jabalia, ma ha poi frequentato l’università in Libano e in Egitto. Tornato a Gaza è diventato presto uno dei leader della Jihad. Più volte arrestato da Israele e dall’Autorità palestinese è sempre riuscito a tornare in prima linea e a sopravvivere a diversi tentativi di eliminarlo.
È la seconda volta che Israele colpisce il campo di Jabalia, dopo la strage nel mercato che il 9 ottobre causò 50 vittime.

Il campo ha una superficie di appena 1,4 km quadrati, ma secondo un censimento nel 2006 ospitava 103.000 persone, cosa che lo rendeva il luogo più densamente popolato della Terra. È il più grande degli otto campi della Striscia di Gaza, è quello più vicino al confine con Israele e l’intifada del 1987 partì da lì. Gli abitanti hanno rifiutato l’invito dell’esercito israeliano ad andare verso Sud, non si sa se di propria volontà o perché obbligati dai terroristi di Hamas, che vogliono proteggersi dietro gli scudi umani della popolazione civile. 

La strategia

Le armi, gli esplosivi, i lanciarazzi dei terroristi sono custoditi in palazzi abitati o nei pressi delle scuole. L’intelligence di Gerusalemme ha diffuso foto che mostrano le postazioni missilistiche dei terroristi collocate a pochi metri da asili, moschee e uffici dell’Onu. L’idea è scoraggiare i bombardamenti israeliani, sfruttando la presenza di scudi umani più o meno consapevoli: se un missile dell’esercito colpisce un arsenale facendo molte vittime civili, il mondo intero esprimerà il proprio sdegno, nei paesi arabi la gente scenderà in piazza, il sostegno a Israele perderà forza e Hamas darà l’impressione di combattere un nemico crudele e spietato. «A Gaza – ha spiegato il capitano Jonathan Conricus, portavoce delle forze israeliano – c’è un livello di protezione inesistente per i civili, lasciati a fare i martiri nelle case senza bunker nei quali ripararsi. E poi c’è uno strato profondo di tunnel, protettissimo, riservato ai capi di Hamas: da lì, con aria condizionata, cibo e internet, guidano le operazioni e telecomandano i razzi».

 

I corridoi

La rete di tunnel di Hamas è lunga circa 500 chilometri, 100 più dell’underground londinese. Serve a proteggere i miliziani, a fare entrare terroristi in Israele a importare armi e materie prime dall’Egitto. Per costruirla sono stati spesi miliardi di dollari che secondo i critici di Hamas avrebbero potuto essere usati per realizzare rifugi per i civili, o reti di allarme simili a quelle che usa Israele. Quasi tutto il cemento che è arrivato nel corso degli anni nella Striscia è stato invece usato per i tunnel, che danno un grande vantaggio ai terroristi annullando la superiorità tecnologica di un esercito moderno.
A rendere i tunnel di Hamas diversi da quelli dei Viet Cong nella giungla o di al-Qaeda in Afghanistan è il fatto che in superficie vivono milioni di persone ammassate le une sulle altre. Non si può bombardarli, bisogna entrarvi e conquistarli uno per uno. Per preparare l’invasione di terra che ora sembra rinviata, Israele ha invitato la popolazione ad andare verso Sud, ma non tutti hanno accolto l’invito. I palazzi più alti sono stati bombardati per ridurre il pericolo dei cecchini, i depositi di armi sono stati colpiti causando un elevato numero di vittime civili. Già più di 5.000 secondo il ministero della Sanità di Hamas, 80 solo nella notte tra domenica e lunedì. L’esercito ha ora lasciato cadere su Gaza volantini nei quali si dice che chi non va a Sud sarà considerato un terrorista, una foglia di fico dietro la quale giustificare ulteriori vittime civili. Per fortuna tutto è rinviato, e gli sforzi per una tregua proseguono.

Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 06:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA